La decisione della giunta tifernate di aumentare la tassazione IRPEF portandola, per tutti i contribuenti con un reddito superiore a 15.000€, alla soglia massima dello 0,8%, abolendo ogni gradualità dell’imposta scopre il bluff di questa amministrazione: a fronte dei grandi proclami di Comune modello, si fa ancora e semplicemente cassa con le tasche dei cittadini poiché è previsto, con questa manovra, un aumento delle entrate di oltre 780.000 euro tutte a carico dei contribuenti. Questa proposta, per quanto salvi dal prelievo i redditi più bassi, colpirà la fascia media, cioè la platea maggiore e quella che in questi anni ha maggiormente risentito della crisi, vedendo erodersi il proprio potere d’acquisto, con la beffa inoltre di colpire maggiormente le famiglie monoreddito e agevolare quelle con una doppia entrata: poiché la tasse colpisce i redditi individuali, infatti, se entrambi i coniugi ne hanno uno sotto i 15.000€ non pagheranno nulla, mentre una famiglia con un monoreddito, ad esempio di 25.000€, pagherà la tassa per intero: e si calcola comunque un esborso annuale maggiorato, da 50 euro in su.
Ma quello che può sfuggire, se a questo non si connettono altri dati importanti, è il quadro dell’operazione: mentre un contrito assessore Bettarelli in Commissione spiega che tale misura si rende necessaria per far fronte alle maggiorate spese in “servizi” da dare ai cittadini, citando, a mero esempio, la gestione della nuova Biblioteca, la riasfaltatura delle strade, il centro Alzheimer… nel medesimo momento scopriamo dalle cronache che altri assessori stanno raccogliendo plausi ed onori, facendosi fotografare con il direttore di SOGEPU, dietro l’annuncio della riasfaltatura di due strade cittadine, a carico della principale partecipata tifernate. Ma come? Ma è la stessa SOGEPU che non riesce nemmeno a riscuotere per conto del comune tributi relativi alla Tarsu, Tares e Tari, per qualche milione di euro, condannando il Comune a coprire in altro modo (innalzando le tasse, appunto) le mancate entrate? Dopo 5 anni questi crediti si prescrivono, con gran soddisfazione di chi ha evaso, alla faccia degli onesti che sempre pagano. Se oggi SOGEPU avesse riscosso il dovuto, forse l’addizionale Irpef non sarebbe aumentata, ma diminuita; con questi soldi -non riscossi- il Comune avrebbe enormi disponibilità economiche per i suoi servizi, e avremmo potuto asfaltare tutte le strade, da Cerbara a Volterrano, senza prendere mutui. Come mai, su quale base statutaria, il presidente Goracci “raccoglie” le richieste degli assessori Massetti e Secondi, distribuendo a sua discrezione i soldi nostri, scegliendo le strade da sistemare? E perché, visti i risultati finanziari, SOGEPU, che ha introitato dal conferimento in discarica di 210.000 tonnellate per l’anno 2017 e per l’anno 2018 un importo di più di 10 milioni 500.000 euro, non distribuisce gli utili ai soci pubblici, tra cui l’amministrazione di Città di Castello che ne detiene il 91%? Da tempo domandiamo al Sindaco come sono state utilizzate queste capacità finanziarie.
Non siamo d’accordo nell’alzare le tasse ai cittadini, con la giustificazione che questo sia a beneficio dei servizi, tanto più di fronte a queste palesi incongruenze! Pensiamo invece che ci siano ampie possibilità di recuperare le risorse necessarie individuando gli sprechi interni, le risorse disponibili nella gestione delle partecipate e lavorando seriamente nella capacità di riscossione dell’evasione contributiva, che sta assumendo cifre insopportabili.
Castello Cambia “L’Amministrazione sulle tasse scopre le carte: oltre il danno, la beffa”
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