Dal 16 gennaio scorso, giorno della chiusura del viadotto Puleto, l’economia della nostra vallata ha subito un duro colpo. Il trasporto delle merci da e verso nord è diventato talmente oneroso da spingere le tre regioni interessate (Umbria, Toscana, Emilia Romagna) a dichiarare lo stato di crisi.
Il 15 febbraio il Ministro Toninelli ha visitato il viadotto prospettando un periodo di trenta giorni per la riapertura anche al traffico pesante. In quella occasione ha anche detto: “se dovessero passare più di trenta giorni per la totale riapertura, noi valuteremo, a un tavolo di governo, con il Ministro Di Maio e con il Presidente de Consiglio, anche per le necessità espresse dal territorio e dalle imprese locali, come aiuti. Non possiamo dimenticare un territorio come questo, danneggiato dalla chiusura di una tratta stradale così importante”.
Di giorni ne son passati quasi il doppio ma la risposta del Governo è stata chiara: niente ammortizzatori sociali promessi (gli otto milioni di euro per i lavoratori rimasti senza lavoro), niente stato di crisi. Nella lettera fatta pervenire ai Presidenti delle tre regioni coinvolte dal dipartimento della Protezione civile di Palazzo Chigi, si parla di problemi risolvibili “in via ordinaria”, come dire che si tratta di normale amministrazione. Queste le risposte del “Governo del Cambiamento”.
Come Circoli del Partito Democratico della Valtiberina chiediamo ancora con forza che venga dichiarato lo stato di crisi di un territorio in forte sofferenza dal punto di vista economico, commerciale e sociale.
E45 dal “Governo del Cambiamento” nessuna soluzione
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