Umbertide Cambia: “il lavoro non è una raccomandazione, occorre cambiare una cultura”

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Il lavoro non è una raccomandazione. Iniziavano così i nostri ordini del giorno presentati in Consiglio Comunale per sollecitare dalla precedente amministrazione, inutilmente, una particolare attenzione a questo tema fondamentale nella vita delle persone, delle famiglie, di una comunità. Oggi questa frase assume un significato anche diverso. La cronaca rivela infatti nella gestione della sanità Umbra un sistema clientelare pregnante, incardinato nelle più alte espressioni di governo ed amministrative, ma partecipato da diversi attori sociali: sindacato, associazioni, lobby, che anziché combatterlo tentano di sfruttarlo. La magistratura giudicherà sotto il profilo della responsabilità penale e personale. Gli elettori giudicheranno il Pd. A noi civici impegnati in politica compete combattere questo sistema, e noi qui ad Umbertide l’abbiamo fatto – non certo le altre forze politiche che ne hanno guadagnato elettoralmente – fino a farlo cadere, offrendo ai cittadini la possibilità di un cambiamento reale. Continueremo con coraggio e chiarezza, uscendo dall’ipocrisia, dalla omertà, dagli interessi che ne legano la diffusa struttura. Partendo però dal presupposto che occorre prima di tutto cambiare radicalmente quella cultura che in Umbria come in Lombardia o in Sicilia, cioè in Italia, a sinistra come a destra, ne consente l’operato. “Chi non ha peccato scagli la prima pietra”. Con questa frase potremmo evidenziare la strumentalità della speculazione elettorale che in genere accompagna questi momenti. Ma vogliamo andare oltre e dare concretezza ad uno dei motivi del nostro esistere: la politica intesa come servizio, trasparenza, cura degli interessi generali. Questo significa chiedere a noi stessi di continuare a denunciare collusioni illegali ed a tutti i cittadini di abbandonare la tentazione del favoritismo, diventato quasi una difesa impropria del proprio interesse. Se vuoi ottenere qualcosa devi essere raccomandato. Nel pubblico come nel privato. Per un lavoro come per un appalto. Per un finanziamento come per un posto in ospedale. Basta. Ecco la ribellione civica e culturale della quale intendiamo farci portatori. Senza presunzione di moralismo, ma con il massimo rigore, fedeli ai valori repubblicani e costituzionali. Vogliamo trasferire questa nuova coscienza nella prassi politica, sollecitando soprattutto i giovani, che debbono riconquistare un orizzonte di opportunità costruite sui valori dell’impegno, del merito, della competenza, del rispetto e della responsabilità. Il civismo vero deve portare avanti questa forma di Resistenza e candidarsi per un New Deal. Con tutte le forze che lo condivideranno.”

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