“In qualità di componente del Comitato E45 punto 2 (che si occupa di tutte le grandi infrastrutture della valtiberina Umbra e Toscana), sono a lanciare un monito ed un allarme in merito all’intenzione di utilizzare ,dopo il disastro del 2010, la diga di Montedoglio alla sua massima portata corrispondente a circa 140 mln di metri cubi d’acqua.
Questa enorme massa d’acqua sarebbe trattenuta sulla testa degli abitanti della Valtiberina da opere costruite con gravi difetti di progettazione e costruzione come appurato dalla Procura di Arezzo. Ricostruire le opere miseramente crollate al primo collaudo è un errore perché ciò consentirà di utilizzare la diga alla sua massima portata sottoponendo la vallata ad un rischio molto rilevante quanto sconosciuto alla popolazione che è stata sempre mantenuta nella più assoluta ignoranza sulle tematiche di sicurezza e prevenzione legate all’invaso. Molto meglio risparmiare quei milioni di euro e utilizzare l’invaso al suo potenziale attuale che comporta livelli di rischio molto minori.
Il disastro del 2010 del resto parla chiaro; durante le operazioni di collaudo _delle quali i cittadini furono tenuti completamente all’oscuro_ circa 55 milioni di litri d’acqua si riversarono a valle a causa del crollo di un muro di cemento armato. Inoltre ci sono insistenti voci di popolo relative alla costruzione della diga che raccontano di camion di ferro e cemento deviati in altri cantieri e anche sulla realizzazione dei terrapieni si raccontano storie preoccupanti, per cui abbiamo l’obbligo di approfondire e verificare.
A mio avviso i Sindaci e l’ente gestore dovrebbero informare i cittadini della vallata sui rischi collegati alla presenza dell’invaso e al suo utilizzo alla massima portata e sulle misure di sicurezza e prevenzione adotattate. Purtroppo, politica e istituzioni non mi pare intendano informare e formare la popolazione che abita “sotto” la diga di Montedoglio e infatti non ho ricevuto alcuna risposta alla mia comunicazione ufficiale inviata nel 2017 a tutti i sindaci della vallata con la quale chiedevo di organizzare incontri pubblici per informare i cittadini. Da quella lettera sono passati già due anni di silenzio mentre la politica in vallata non si è mai posta il problema diga e sicurezza ma si è solo concentrata sul ripristino urgente dello sfioratoio miseramente crollato al primo collaudo; eppure la politica dovrebbe perseguire l’interesse primario dei cittadini che è quello di vivere in una valle sicura. Auspico che finalmente si incominci a discutere e informare i cittadini di vallata sulle problematiche di sicurezza e prevenzione legate alla presenza di questo grosso invaso mal costruito.”