“Non si può utilizzare il lascito Mariani per una ristrutturazione edilizia per lo più di un bene non di proprietà comunale. E’ inequivocabile il tradimento di natura etica riguardo al lascito ma non si devono sottovalutare nemmeno dubbi di legittimità giuridica. E’ vero che il progetto sarebbe finalizzato alla riallocazione in Centro storico di servizio socio sanitari ma l’elenco dei costi e delle risorse disponibili messi nero su bianco nella delibera non lascia dubbi; inoltre il mero trasferimento di servizi oggi presenti altrove è un’operazione al limite di natura urbanistica ma non certo di incremento delle prestazioni a disposizione dei tifernati per migliorare la loro salute e “lenire le sofferenze” dei medesimi. Ma a parlare sono inequivocabilmente ed impietosamente i numeri riportati nella delibera . Il costo complessivo della ristrutturazione è stimato in 7 milioni e mezzo di euro ed è ovviamente propedeutico a qualsivoglia altra operazione legata ai servizi. Il costo totale è stimato in oltre 11 milioni e le risorse disponibili sono, sempreché lo Stato abbia effettivamente erogato 3 milioni e 600000 euro per la ricostruzione post sisma a favore del vecchio ospedale tifernate, intorno ai 9 milioni. Tra questi 9 milioni, sempre messo nero su bianco, i tre milioni del lascito. Se la matematica non è un’opinione i soldi delle benemerite sorelle Mariani finiscono inequivocabilmente in una ristrutturazione di un bene non comunale. Morale, in tutti i sensi, il protocollo va bocciato e chi vota a favore, oltre a fare i conti con la propria coscienza, espone il Comune a ricorsi. “
Lascito Mariani: Lignani (Fd’I) “ il Consiglio comunale respinga il Protocollo d’intesa con Regione e ASL, evidente l’utilizzo per ristrutturazione edilizia di bene non comunale, seri dubbi di legittimità”
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