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Città di Castello: arredo urbano in commissione regolamento per il centro storico

Arredo urbano del centro storico tifernate e dei centri storici minori di Città di Castello: torna in commissione Assetto del territorio il regolamento che disciplina gli interventi “sotto il profilo del decorso e dell’arredo urbano con particolare riferimento alle aree per il ristoro all’aperto, mirando all’uniformità di immagine della città nel contesto urbano di riferimento con le caratteristiche architettoniche, artistiche e del paesaggio” come recitano i primi articolo del testo, integrato dalle osservazioni delle associazioni di categoria. “Il pregio oggettivo della nostra città e l’obiettivo di diventare grazie al suo patrimonio artistico una meta turistica matura ci impongono di programmare e armonizzare tutte le attività che dentro il centro storico si svolgono, dalla residenza al commerciale, passando per la ristorazione e il pubblico esercizio” ha detto l’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini, sottolineando come “il regolamento si affianchi ad altri strumenti complessi e autonomi ma orientati ad accrescere il valore e le funzioni del centro storico come il prg ed il Pums o il nuovo piano del commercio. Si pone anche all’interno di precise azioni di incentivo ad investire nel centro storico, come le agevolazioni a Tari e Cosap contenute nel bilancio 2019. All’interno di questa strategia generale dell’Amministrazione, il regolamento dell’arredo urbano per le sue potenzialità sul fronte estetico e dell’accoglienza è un tassello fondamentale. Ci aspettiamo fin da questa prima disanima il contributo di tutti”.
Il testo elaborato dall’Ufficio Beni Ambientali e Centri Storici ed illustrato dal responsabile Claudia Nanni affronta e norma dalle modalità di installazione delle gronde alle griglie di areazione, da contatori alle antenne. Dettagliate prescrizioni riguardano le facciate, i serramenti, gli infissi  sui quali,  a parità di resa esterna, il regolamento, all’articolo 16, propone anche un’alternativa al legno, per finire con i portabandiere, illuminazione e le tende parasole. Articoli specifici interessano le vetrine e le bacheche informative fino al Capo III, che riguarda le strutture temporanee come i gazebo, chiamati de hors. Quindici articoli affrontano tutti gli aspetti connessi a questo tipo di arredo mobile: l’articolo 31 si occupa degli elementi facilmente amovibili, per i quali non c’è bisogno di autorizzazione paesaggistica, come pedane, protezioni, tavoli sedie e poltroncine, stufe e leggii, ombrelloni. Se appartenenti ad una medesima attività dovranno essere coordinati, non sono previsti ombrelloni rotondi. In Piazza Matteotti, Gabriotti e corso Cavour è prescritto il colore bianco-panna. L’articolo 32 invece si occupa delle verande o dehors, elementi mobili smontabili o facilmente removibili con copertura, temporanei,  per il soggiorno all’aperto o il ristoro annesso ad un locale pubblico. Potranno essere di alluminio o d’acciaio verniciato oppure legno naturale e sono vietate in Piazza Matteotti, Gabriotti e in Corso Cavour. Queste strutture hanno bisogno di autorizzazione paesaggistica e, come ha sottolineato il tecnico, “Entro il 2020 tutti i dehors attualmente installati dovranno rinnovarla anche alla luce del nuovo regolamento”.
Dibattito. Mirco Pescari, capogruppo del Pd, ha parlato della “necessità di dare regole ad una città rinascimentale, che vogliamo mettere al servizio dello sviluppo sostenibile cui il turismo è una leva rilevante. Da questo punto di vista prescrizioni più stringenti sarebbero preferibili a limitazioni così come accaduto in centri storici di grandissimo pregio come Siena”. Luigi Bartolini, consigliere del PSI, ha apprezzato l’articolo su cassette tecnologiche e contatori, “che in alcuni casi hanno un impatto notevole e penalizzante” mentre Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha lamentato “un trattamento non equo dell’Amministrazione sulla gestione dei dehors, già regolati dalla legge regionale del 2015” e denunciato che “in presenza di tantissimi locali commerciali sfitti o chiusi si sono ampliate le superfici commerciali esterne al centro storico. Dobbiamo intervenire sulle locazioni per calmierarle”. Anche Massimo Minciotti, consigliere del Pd, ha chiesto interventi per “agevolare l’insediamento di attività nel centro storico e un piano particolareggiato per le Logge Bufalini da inserire nel regolamento, stante il ruolo che rivestiranno, dopo la chiusura, nel sistema delle piazze”. Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, ha ribadito la necessità di andare ad una bonifica di tutti gli elementi di arredo funzionale alla sicurezza e al decoro, sensibilizzando i cittadini”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha invece proposto di vincolare i gestori delle attività e i proprietari di locali commerciali a mantenere nel decoro le vetrine anche a seguito di cessazioni o trasferimenti, evitando che si trasformino in un elemento non solo di perdita di attrattività ma anche di decoro”.
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