Con questa proposta, grazie al senso di umanità e di responsabilità di ciascun consigliere comunale, si chiede di dare piena attuazione all’articolo 11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Questa sollecitazione che è partita da Assisi, fatta propria dall’Anci nazionale, che vede l’adesione di molti comuni in Italia, votata dal nostro comune secondo in Umbria dopo Assisi, chiede di bloccare la fabbricazione delle armi in Italia, armi che seminano morti innocenti nei tanti paesi in guerra, che uccidono bambini “il cui grido sale al cospetto di Dio” come ci ha recentemente ricordato anche Papa Francesco. Armi, fabbricate in Sardegna, per conto della Germania, che attraverso una subdola triangolazione, elude le regole ed i divieti imposti dai trattati internazionali. Importante anche il sostegno del nostro vescovo Domenico Cancian che condividendo in termini molto chiari e molto netti la proposta, ha dichiarato che “la pace si fa innanzi tutto togliendo le armi, in modo da costringere gli uomini a cercare le soluzione ragionevoli in altro modo, a partire dal confronto e il dialogo”. Ma non solo, si richiede il rispetto delle leggi, in quanto “la legge 185 del 1990, voluta fortemente al tempo dai cittadini, prevede che le autorizzazioni all’esportazioni devono essere revocate quando vengono a mancare le condizioni prescritte per il rilascio delle stesse. Questo è il caso dell’Arabia Saudita, in guerra contro lo Yemen, dove secondo gli esperti inviati dall’ONU ci sono ripetute violazioni del diritto internazionale umanitario nel conflitto in Yemen. In sostanza questo atto è un invito a tutti gli 8 mila Comuni italiani affinché dai territori si alzi forte l’appello a fermare insieme l’invio delle bombe costruite in Italia nei paesi in guerra. Quindi, se un solo comune chiederà di fermare quelle bombe non succederà nulla. Se invece impegno sarà di molti, di tutti i comuni, approvando ordini del giorno di questo tipo, sarà l’Italia intera a chiedere e il Governo non potrà ignorare questa richiesta.
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