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Sclerodermia, al S. Donato c’è una rete di specialisti 

 Sono un centinaio gli aretini attualmente in carico alla Reumatologiadell’ospedale San Donato di Arezzo a causa della Sclerodermia, una malattia reumatica sistemica di cui non si conosce la causa e che si sviluppa attraverso un meccanismo autoimmune, cioè secondario ad una reazione dell’organismo contro se stesso.

Nella Giornata Mondiale dedicata alla Sclerosi Sistemica (conosciuta anche come Sclerodermia, appunto) in programma domani 29 giugno, la Asl Toscana sud est coglie l’occasione per informare e sensibilizzare sulla patologia che, pur essendo classificata come “malattia rara” con prevalenza  di 12,6-25 casi/100.000, nel territorio aretino è di relativa frequenza.

 

“La nostra struttura è di riferimento per tutta la provincia di Arezzo – sottolinea Ferruccio Rosati, direttore della Reumatologia al San Donato – L’età di insorgenza e`compresa fra i 35 e i 65 anni. Il sesso femminile ha un rapporto medio di 7:1. La parola Sclerodermia deriva dal greco sclero-derma e significa «pelle dura».  Il sintomo principale infatti  è proprio una anomala durezza e ispessimento della pelle dovuto a un aumento del tessuto connettivo (fibrosi) che si sostituisce a quello sano. Purtroppo possono essere colpiti, oltre la pelle, anche gli organi interni come cuore, polmoni, reni e apparato gastrointestinale.  I pazienti affetti da sclerosi sistemica presentano una grande variabilità del quadro clinico in rapporto all estensione della sclerosi cutanea e all’ interessamento dei vari organi.

Di solito la prima manifestazione, che rappresenta un campanello d’allarme, e che precede l’indurimento e l’ispessimento della cute, è costituita dal fenomeno di Raynaud, cioè uno sbiancamento episodico e ricorrente delle mani e dei piedi, o per uno stimolo fisiologico di vasocostrizione o per il passaggio da ambienti caldi a freddi. 

 

“Anche ad Arezzo  abbiamo costituito funzionalmente una Scleroderma Unit, cioè una rete composta da più specialistici che collaborano strettamente nella gestione della malattia coordinati dal reumatologo:  cardiologo,  pneumologo, gastroenterologo e nefrologo – conclude Rosati – 

Ovviamente, se i pazienti vengono indirizzati i  modo tempestivo allo specialista che avvia un trattamento precoce, saranno maggiori le possibilità di arrestare la malattia, garantendo una buona qualità di vita. Oggi i malati sclerodermici vengono trattati con terapie tradizionali basate essenzialmente su agenti vasodilatatori. Leinfondiamo con un sistema ad elastomero che il paziente prosegue a domicilio per 3-5 giorni al mese”.                                                                                                   

 

Ad Arezzo la UOSD di Reumatologia da anni si occupa di diagnosi e trattamento di questa malattia, ha maturato una notevole esperienza, dispone di tutti i presidi diagnostici e terapeutici e soprattutto si distingue  nel trattamento localedelle ulcere cutanee secondarie a questa malattia.

La prognosi, grazie alla personalizzazione della terapia, rispetto anche solo a una decina di anni fa,  oggi è  notevolmente migliorata e la maggior parte dei malati può condurre una vita pressoché normale.

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