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Zona sociale 1: primo tavolo con i nuovi assessori. Dichiarazione congiunta del tavolo dopo il caso affidi di Bibbiano “fidatevi del pubblico, ha gli anticorpi contro gli abusi”


Prima riunione del tavolo della zona sociale 1 a Città di Castello dopo le elezioni che hanno portato al rinnovo della rappresentanza dei comuni: alla seduta di ieri (giovedì 4 luglio 2019) era presente Luciana Bassini, assessore tifernate alle Politiche sociali del comune capofila, e Lorenzo Melelli per Monte Santa Maria Tiberina. Era la prima volta invece per il sindaco di Citerna Enea Paladino, per Lorenzo Ricci, assessore con delega alle Politiche sociali di Montoni ed i suoi colleghi, Andrea Guerrieri di San Giustino, Federica Radicchi per Pietralunga e Francesca Carnevali per Lisciano Niccone. Sara Pierucci, assessore alle Politiche sociali di Umbertide, era impegnata con il consiglio comunale. L’assemblea della zona sociale 1 ha colto l’occasione per intervenire sul ca-so di Bibbiano, il comune interessato da pesanti irregolarità e ipotesi di reato relative al servizio di Affido e congiuntamente hanno auspicato che “Nell’interesse superiore dei minori coinvolti i fatti di Bibbiano escano ridimensionati rispetto al racconto della stam-pa. Come amministratori invitiamo i cittadini ad avere fiducia nella capacità di giudizio del sistema pubblico dell’affido, non perché metta al riparo da errori umani, ma perché strutturato con un equilibrio di pesi e contrappesi tale da segnalare l’anomalia e, come nel caso sciagurato di Bibbiano, denunciarla. Siamo vicini ai bambini coinvolti in questo caso mediatico oltre che umano, perché, comunque si concludano le indagini, non sarà indolore per chi sta già vivendo l’infanzia in un contesto critico”. Tra 2002 e 2018 nella zona sociale 1 sono stati 50 i casi di affido e affido temporaneo, 4 nell’ultimo anno. “Troppe volte abbiano osservato conclusioni giudiziarie divergenti, per emettere pre-ventivamente un verdetto di condanna che pure sorge spontaneo davanti all’ipotesi che operatori pubblici e medici possano avere tradito i loro doveri minimi e pregiudicato il diritto del bambino ad una crescita equilibrata per lucro” hanno detto gli amministratori della zona sociale 1. “Tuttavia i fatti di Bibbiano sono l’occasione per ribadire l’impegno dei Comuni della zona sociale 1 nel campo della tutela della salute famigliare e della protezione dell’infanzia attraverso la formazione degli operatori e una rete di coordina-mento in cui si intrecciano e si specchiano competenze, funzioni e capacità di interven-to diversificate, così da rendere il processo decisionale di un affido un cammino condi-viso e non una scelta solitaria. Allontanare il bambino dal proprio nucleo di origine non è un’alternativa ma una necessità quando si teme il pericolo di violenza o di abusi. Altri terribili fatti di cronaca ci ammoniscono che tali forzate e dolorose separazioni possono servire a salvare piccole vite, altrimenti senza protezione. Il benessere dei più vulne-rabili è il criterio guida delle politiche dell’affido che in questi anni abbiamo portato a-vanti come istituzioni e davanti alle quali il meccanismo Bibbiano, se confermato, appa-re scandaloso ma anche completamente avulso dal lavoro quotidiano che assessori, professionisti pubblici e privati compiono, nel rispetto dei vissuti personali, della deon-tologia e di tutti i protocolli a tutela dell’infanzia”.

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