“La sentenza del TAR del 26 luglio sulla Color Glass è una significativa vittoria della legalità e del Comitato Salute Ambiente Altotevere Sud che con un esposto aveva chiesto controlli sulla struttura e di chi, come noi, esattamente un anno fa aveva rilevato come gli abusi edilizi, riscontrati dai tecnici comunali, riguardavano una parte essenziale dell’azienda in questione e non, come asserito dal sindaco, “una tettoia” quasi ininfluente per la reale operatività della ditta.
Altro che “tettoia”: il manufatto da abbattere contiene un elemento necessario alle attività produttive, tanto importante che, dopo l’ordinanza dirigenziale di demolizione, l’azienda aveva fatto partire una serie di azioni legali tese a sospenderla, invalidarla e, se possibile, superarla con nuove richieste di permessi a costruire. Un anno fa venimmo pesantemente redarguiti, come degli scolaretti che non sanno leggere bene le carte; sollecitiamo oggi sindaco e assessori competenti a riconoscere chi aveva ragione e ad esprimersi sulla sentenza del Tar, che è chiara ed inequivocabile: dichiara inammissibile l’impugnativa della ditta avverso il silenzio rigetto sull’istanza di sanatoria; dichiara improcedibile l’impugnativa avverso l’ordinanza di demolizione n. 202 del 30 luglio 2018; accoglie la domanda di annullamento del provvedimento soprassessorio del 17 dicembre 2018; respinge la domanda di annullamento del provvedimento del 21 gennaio 2019 di rigetto della richiesta di permesso di costruire. Cosa succede ora? Il Comune dovrà garantire che l’azienda ottemperi all’ordinanza di demolizione n. 202 del 30 luglio 2018: intimazione di ripristino di opere eseguite in assenza/difformità di atti autorizzativi in località Trestina Via 1° Maggio N°5. Già…e nel frattempo? Nel frattempo, in attesa della decisione della Commissione regionale che deve pronunciarsi in merito al rilascio dell’autorizzazione definitiva, l’azienda ha ripreso l’attività come da cronoprogramma inviato alle autorità, continuando ad operare in uno stabile che contiene abusi edilizi, alcuni da sanare, altri da abbattere. E se l’azienda impugnasse la sentenza Tar presso il Consiglio di Stato, come suo diritto, potrebbe continuare a lavorare per anni, stanti gli abusi? Crediamo sia il caso di rifare il punto della situazione e capire quale parere intende rilasciare il Comune ai fini delle autorizzazioni e della Valutazione di Impatto Ambientale cui l’azienda deve essere sottoposta, di cui non si sa nulla. Tempi lentissimi e dilatati, mentre occorre dare risposte ai cittadini di Trestina che, numerosi, lamentano di nuovo “odori acri e chimici specialmente di notte”: crediamo doveroso che sia l’ente pubblico a farlo con maggiore chiarezza.
Inoltre: che fine hanno fatto i dati ARPA 2018, secretati e mai pubblicati? Chiediamo che vengano resi pubblici, insieme ai risultati delle rilevazioni successive della centralina ARPA posizionata a Trestina. Infine, chiediamo all’assessore Massetti se i Ministeri da lui interpellati a dicembre 2018, con il neanche troppo nascosto tentativo di farsi togliere le castagne dal fuoco, hanno risposto o meno alle sue fondamentali domande: quand’è che si prenderà le responsabilità connesse al suo ruolo? Finora, e glielo diciamo nel gergo calcistico a lui congeniale, abbiamo assistito solo a passaggi fuori area, finalizzati a buttar la palla in tribuna. Da parte nostra, ribadiamo l’esigenza che il Comune adotti un preciso Regolamento con i criteri utili a individuare le aree idonee all’insediamento delle industrie salubri e insalubri, in modo da poter intervenire direttamente sulla delocalizzazione”.
Castello Cambia “COLOR GLASS: i tempi troppo lunghi e le mancate decisioni non tutelano i cittadini. Serve un Regolamento”
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