Tanto tuonò che piovve. La saggezza antica ricorre in aiuto in questo periodo di confusione e fluidità politica per leggere il provvedimento che, “finalmente”, è arrivato. Dopo mesi di annunci falsi e omissione, la Direzione nazionale del Partito democratico ha provveduto al commissariamento dell’Assemblea regionale dem. Un atto, portato avanti con metodi e argomenti pretestuosi, che sembra evidenziare una paura di dialogo che serpeggia nel nostro partito.
La comunità democratica dell’Umbria è stata privata infatti di un luogo che poteva essere quello più consono al dialogo e all’elaborazione di una linea comune che potesse condurci alle prossime elezioni Regionali. Un luogo di discussione democratica che abbiamo più volte chiesto, con gli strumenti che lo Statuto forniva. Si è preferito glissare, minimizzare o alzare le spalle attraverso un atteggiamento di grave arroganza e cecità, che non si confà a chi predica coesione, unità e collaborazione.
In questo contesto, presenteremo un Ricorso al Tribunale per chiedere l’annullamento dell’atto di commissariamento dell’Assemblea. Un provvedimento che giudichiamo sbagliato e irresponsabile.
A questo si aggiunge un altro elemento: la paura delle primarie e della discussione intorno al candidato presidente. Le primarie di coalizione restano per noi la soluzione migliore per cementare una coalizione e creare una piattaforma programmatica valida, tanto più ora che si parla di anticipare la data delle elezioni. Invece si va nella direzione opposta: non ci è dato di sapere se si sia mai insediato un “tavolo di coalizione” e non conosciamo ancora chi saranno i nostri alleati nella corsa contro la destra di Salvini e il populismo del 5 Stelle.
La partecipazione, in questo contesto, resta la nostra stella polare, anche se nel Pd attualmente sembra prevalere un’altra idea, evitando di convocare organismi legittimati e evitando a tutti i costi le primarie.
La maggioranza dell’Assemblea regionale Pd