Premio Pieve Saverio Tutino, Barni: “Esperienza unica a livello nazionale ed internazionale”

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Un’esperienza unica nel panorama culturale, nazionale ed internazionale, che è riuscita a tenersi al passo con i tempi coniugando strumenti del passato e linguaggi e tecnologie moderne. Un modello anche per altri centri europei, atteso alla sfida di conservare la memoria per costruire il futuro. La vicepresidente della Regione Monica Barni è intervenuta oggi pomeriggio alla 35esima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino, a Pieve Santo Stefano (Ar). Lo ha fatto portando il proprio saluto in occasione dell’incontro con i finalisti del concorso Di.M.M.i dedicato ai Diari Multimediali Migranti, nato nel 2012 grazie al sostegno della Regione.
“Sono particolarmente fiera – ha detto la vicepresidente con delega alla cultura – del lungo e importante lavoro che, da anni, si svolge in questo piccolo centro della Valtiberina e orgogliosa del sostegno che la Regione riconosce a questa piccola ma importante istituzione culturale ed ai suoi numerosi progetti culturali tra i quali, appunto anche Di.M.M.i. L’Archivio diaristico rappresenta un’esperienza unica nel panorama culturale nazionale ed internazionale: un luogo nato per raccogliere e conservare diari, memorie, epistolari della gente comune che negli anni è riuscito ad adeguarsi ai tempi coniugando gli strumenti del passato con i linguaggi e le tecnologie più moderne. Basti pensare al lavoro fatto con il Piccolo museo del diario: un percorso museale originale ed innovativo che accoglie il visitatore in maniera unica e coinvolgente e che ha otte nuto la qualifica di museo di rilevanza regionale dalla Regione”.
Barni ha poi sottolineato la rilevanza dell’Archivio, “modello anche per altri centri europei. In questi 35 anni di lavoro intenso, la ‘Città del diario’, come da tutti è conosciuta, è diventata la roccaforte della memoria collettiva, il ritratto del nostro paese al di fuori del libri di storia”.
Un fondo archivistico composto da oltre 8300 storie tra diari, memorie, autobiografie, epistolari, che abbracciano un ampio arco cronologico: dai manoscritti dell’800 ai più recenti scambi epistolari via e-mail. “Valorizzare e rendere fruibile – ha proseguito Barni – un patrimonio così ricco risponde da un lato al bisogno di una società di avere accesso ai testi autobiografici per conoscere il proprio passato e poter leggere meglio il proprio presente; dall’altro, permette di rintracciare elementi universalmente comuni e percepire l’altro come fattore di reciproco arricchimento. L’Archivio come luogo di conservazione della memoria ma anche il posto in cui i ricordi e le narrazioni di sé parlano agli altri, un monumento nazionale della memoria che accoglie studiosi e curiosi da tutto il mondo dove i diari possono parlare e prendere la forma di libri, film e spettacoli teatrali”.
Infine la vicepresidente, mettendo in evidenza l’importanza del traguardo dei 35 anni del Premio, ha concluso dicendo che “preservare la memoria per costruire il futuro è la sfida dell’Archivio diaristico, che è anche uno degli obiettivi delle politiche regionali sulla Memoria. Per un paese che ha visto cancellata completamente la sua originaria personalità di borgo antico, per mano dell’esercito tedesco, quasi una sorta di premio postumo essere oggi universalmente riconosciuto come la capitale italiana della memoria”.

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