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La 40esima mostra del tartufo bianco di Città di Castello ad Alba: incontro tra la delegazione tifernate è il sindaco Carlo Bo

“Il tartufo bianco è una delle risorse naturali, che, come l’acqua, è irriproducibile. Possiamo imitare tutto ma non la trifola e dobbiamo difenderne l’identità e il particolare ambiente naturale in cui nasce, perché è un elemento di crescita e di pregio dei territori”: questo l’intento comune di Città di Castello e di Alba, dopo l’incontro ufficiale che la delegazione di Città di Castello ha avuto con il sindaco di Alba Carlo Bo, il vicesindaco di Alba Emanuele Bolle, il presidentedel Centro studi nazionale del Tartufo Antonio Degiacomi, il presidente dell’Ente Fiera del Tartufo Liliana Allena, nell’ambito della 89° Fiera del Tartufo di Alba, che è in corso. “L’invito di Alba è per Città di Castello un momento importante di confronto e di conoscenza sulle politiche di promozione del tartufo e sul tartufo come motore di sviluppo sostenibile dei territori. Abbiamo un’eccellenza naturale e gastronomica che ci unisce e dalla quale, in seno all’Associazione Città del Tartufo, di cui siamo soci, possiamo lavorare a prospettive di valorizzazione e tutela, davanti ad un mercato con una domanda in crescita ma che si muove nelle dinamiche, a volte virtuose e volte critiche, di processi globalizzati. Il tartufo dell’Alto Tevere, come quello di Alba, sempre più spesso compare su tavole dall’altro lato del pianeta ma deve mantenere una tracciabilità ed una denominazione di provenienza. Questi temi rimangono sullo sfondo e auspico che siano l’oggetto di un percorso insieme. Oggi però è soprattutto una giornata per visitare la mostra di Alba, che ha oltre il doppio delle edizioni della nostra, e che è una macchina molto ben oliata, in grado di coniugare qualità a animazione. Abbiamo naturalmente invitato i rappresentanti di Alba alla nostra mostra del quarantesimo e sarà un modo per far conoscere ed apprezzare anche la nostra cultura del tartufo”. “Verrò sicuramente a Città di Castello” dice il sindaco Carlo Bo “da tempo voglio visitare la vostra città e conoscere meglio l’Umbria. Il Tartufo bianco d’Alba non è solo un brand turistico locale ma nazionale. E’ un elemento fondamentale e dobbiamo difenderlo anche il Parlamento dove si modifica la legge 753 del 1985, dedicata alla raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi destinati al consumo. Il tartufo bianco d’Alba non si può clonare, non si può coltivare e questa caratteristica, che pochissimi elementi naturali hanno, va tutelata dal punto di vista normativo”. Domani la trasferta in Piemonte della delegazione tifernate prevede la presentazione della Mostra e della Trifola finger food, che è il simbolo del 40°, a Mombercelli dove la Fiera di Alba si sposta nel suo itinerario. Sarà con l’isola di Pantelleria, per rappresentare il Nord, il Centro e il Sud dell’Italia dell’eccellenza enogastronomica. Nel fine settimana la Mostra del Tartufo di Città di Castello è anche a Perugia per partecipare con il Trifola Finger food ad Eurochocolate.

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