Aree per la libera ricerca sempre più ridotte, sale la protesta dei tartufai toscani e delle valli aretine

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L’Associazione Tartufai delle Valli Aretine, in occasione della stagione del Tartufo Bianco (Tuber Magnatum Pico) accoglie le ripetute ed accese lamentele di tutti i tartufai, che oltre la scarsità del pregiato fungo, trovano le aree per la libera “cerca” sempre più ridotte. Il motivo è che in questi ultimi anni sono aumentate vertiginosamente le aree con raccolta riservata, consentite per coloro che possono permettersi il costo dell’affitto dei terreni agricoli, visto che l’attuale Legge Regionale 50/95 non pone limiti alle riserve di ” Tartufaia controllata”. Gli altri Tartufai vedono così ridursi le zone tartufigene e la ricerca si riduce nelle esigue zone rimaste libere perché scarsamente produttive e quindi non interessate alla ricerca e raccolta da parte dei soliti riservisti.
Ma per i tartufai, ancorchè abilitati, per legge, alla libera ricerca, oltre al danno di trovarsi costretti a cambiare spesso zona con ripetuti spostamenti e viaggi a vuoto, almeno per poter sciogliere il cane, segue la beffa di dover anche rispettare tabelle messe in maniera abusiva, chiudendo addirittura alvei di corsi d’acqua demaniali, che sono un bene pubblico impossibile quindi da riservarsi. In moltissimi casi non vengono neppure rispettate, per la tabellazione, le distanze di legge dalle acque demaniali, e sebbene l’Associazione abbia comunicato via PEC a Regione, Comuni e Comunità, Carabinieri Forestali, anche con documentazione fotografica, le situazioni di alcuni dei tanti abusi, nessuna azione di ripristino della legalità è seguita. Abbiamo inoltre richiesto alla Regione Toscana i dati del numero dei tesserini e di quanto fosse la somma incassata delle tasse annuali di abilitazione alla ricerca e raccolta, di cui una percentuale, per legge, spetta alle singole Associazioni Tartufai per il recupero degli ambienti tartufigeni in libera ricerca. Ancora, da anni, nessuna risposta.
Forse il destino del tartufo bianco pregiato non è un tema di interesse per la Regione Toscana, né i Tartufai sono degni di considerazione? E’ una situazione ben diversa rispetto ad altre realtà regionali. Sono anni che chiediamo modifiche alla Legge Regionale attuale, dove siano indicate, i controlli in loco delle situazioni, applicazione degli articoli di tutela per le tartufaie naturali già inseriti nella legge forestale regionale, e che una percentuale del territorio tartufigeno resti disponibile a tutti PER LA LIBERA CERCA, come previsto per legge.
Sono anni che attendiamo risposte coerenti con le problematiche che esistono per il mondo del tartufo e siamo sempre più amareggiati e arrabbiati al tempo stesso per questo perdurante immobilismo che ha prodotto solo danni.
Arezzo 01.11.19 ACCIAl ANDREA
Presidente di URATT – UNIONE REGIONALE TARTUFAI TOSCANI

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