“Quella del 2019 è stata un’annata molto difficile e complicata per i tabacchicoltori umbri. – afferma il presidente del TTI Fabio Rossi – Trapianti ritardati di un mese e i ripetuti eccessi di pioggia hanno portato una riduzione del 15/20% di resa ad ettaro con una qualità, di contro, abbastanza elevata. Questa situazione sta mettendo a dura prova la sostenibilità economica delle aziende tabacchicole nella fase attuale di perizia e ritiro del prodotto.” Il TTI, Trasformatori Tabacco Italia, è un consorzio nato nel 2012 da 3 cooperative che da oltre 100 anni producono e trasformano tabacco umbro e delle altre aree vocate italiane. Dal 2012 è il primo acquirente di tabacco Virginia Bright prodotto in Italia e contratta con OPTA, Organizzazione dei produttori di tabacco, il 60% del tabacco umbro oltre che da tabacchicoltori di Veneto, Toscana e Lazio. È l’unica filiera italiana con produzione e trasformazione gestita dai produttori che interloquiscono direttamente con il cliente finale senza bisogno di servizi esterni e intermediari tecnici. L’Organizzazione OPTA rappresenta circa il 75 % dei produttori di tabacco umbro oltre che produttori di Virginia Bright di Veneto, Toscana e Lazio, un milione di chilogrammi di Kentucky tra Umbria e Toscana e quantità minori di Burley in Campania e Lazio Il TTI e le sue cooperative occupano complessivamente quasi 2.000 persone nella fase di produzione e trasformazione: circa 1.500 nel distretto tabacchicolo dell’Alta Valle del Tevere ed il resto nelle aree vocate di Veneto, Lazio e Toscana. Sostenibilità economica, ambientale e sociale sono state finora garantite grazie agli ingenti investimenti in innovazione, ricerca e energie rinnovabili applicate al settore ed al supporto delle organizzazioni agricole, Confagricoltura e CIA, che da decenni sostengono i tabacchicoltori italiani. Il futuro a medio e lungo termine del comparto tabacchicolo italiano, con le sue imprese ed i suoi occupati, dipenderà molto dalla capacità di implementare ulteriormente sostenibilità e riduzione dei costi, ma anche da una oculata politica di gestione della tassazione dei prodotti del tabacco. L’incremento delle accise deve essere programmato e con modalità sostenibili, per evitare che i consumatori si rivolgano al mercato illecito, e che inoltre sia garantito un equilibrio di tassazione per i prodotti tradizionali – che garantiscono oltre il 95% delle entrate di gettito per lo Stato – ed i prodotti di nuova generazione.
Emergenze climatiche e programmazione del comparto tabacchicolo umbro. Anno difficile per il comparto
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