“L’Alta Valle del Tevere è una terra di confine tra regioni in cui si manifestano sperimentazioni e si elabora un linguaggio nuovo che diventa identitario. Nell’anno 1500 , ma gli studi di Anna Maria Ambrosini Massari in questo libro fanno intravedere una data anche precedente, compare il giovanissimo Raffaello. A Città di Castello Raffaello lascia la Pala Baronci, la Crocifissione Mond, lo Sposalizio della Vergine e lo Stendardo della Trinità, l’unico ancora oggi conservato nella Pinacoteca Comunale a Palazzo Vitelli. I 4 o 5 anni di lavoro di Raffaello per Città di Castello sono stati celebrati e indagati a lungo , ma in realtà rappresentano gli aspetti più affascinanti dell’attività del Sanzio e vale la pena di ripensarli ancora per capire fino in fondo quale possa essere la sua vera formazione, le sue invenzioni e i rapporti con gli artisti della sua generazione.” E’ quanto hanno dichiarato da Mattia Giancarli, che assieme ad Anna Maria Massari Ambrosini e Alessandro Delpriori sono gli autori del volume, “Prima e dopo Raffaello, Città di Castello e il Rinascimento” realizzato dalla casa Editrice Quattroemme, Artegraf e Cartoedit, ieri pomeriggio nel corso della presentazione presso la sala convegni della Biblioteca comunale “G.Carducci” alla presenza del sindaco, Luciano Bacchetta, del vescovo, Monsignor Domenico Cancian e della professoressa Laura Teza, associato Storia dell’arte moderna Universita’ di Perugia. L’incontro coordinato da Letizia Guerri si è inserito a pieno titolo nella fase che precede il Quinto Centenario dalla morte di Raffaello Sanzio, che vedrà Citta’ di Castello assieme a Urbino e Perugia protagonista da ottobre 2020 a gennaio 2021 di mostre e iniziative di livello internazionale. “Il libro è una testimonianza della grandezza della provincia italiana, un territorio che non finisce mai di stupire , che cela sempre una sorpresa e una scoperta,” hanno concluso gli autori.
Presentato alla Carducci, il volume su Raffaello Sanzio
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