Nuove possibilità di ascoltare chi ha subito violenze, consolidamento delle proprie capacità. L’associazione Progetto Donna, per mezzo della presidente Tiziana Casale presenta la conferenza stampa di lunedì 3 febbraio e la cena in programma venerdì 7 in collaborazione con Identità Terra, di cui Casale è co-fondatrice. Nell’associazione opera un pool di professionisti in difesa dei diritti delle vittime di violenza. Un grande numero di donne ha ottenuto sostegno e anche numerosi ragazzi. L’associazione si avvale di una rete di operatori (psicologi, avvocati, insegnanti, sociologi, formatori).
Progetto Donna è nata nel novembre 2015 e gode del patrocinio di Comune, Provincia e Regione Umbria. “Il nostro focus principale è verso i diritti delle donne, a volte inconsapevoli di quelle che sono le loro tutele. Abbiamo anche un’area medico legale aperta alla coppia, ma quello che ci preme è sensibilizzare gli individui alla cultura della parità. Ecco perché l’associazione si rivolge anche agli uomini. La diffusione della cultura della parità passa attraverso eventi di formazione e informazione. Poter conoscere i meccanismi psicologici alla base dei miei problemi, avere nozione dei miei diritti, riappropriarmi della mia dignità come individuo mi permette di decidere. E decidere significa libertà”.
I corsi di formazione professionale di Progetto Donna si riferiscono a esperienze individuali, così da costituire un momento di inserimento e collocazione sociale delle donne che si rivolgono all’associazione. Numerosi altri progetti sono in partnership: con Associazione Lavoro Over40, realtà nazionale che difende chi ha perso il lavoro in età matura; importante la collaborazione con la L.I.D.U. Lega italiana dei diritti umani, con cui Progetto Donna ha organizzato nel 2017 convegni e corsi di notevole livello scientifico. Sempre nel 2017 Progetto donna, in collaborazione con la Lega dei diritti umani, con l’Associazione italiana di Psicologia giuridica, l’Osservatorio nazionale adolescenza, l’A.N.C.R.I. di Foligno, l’Associazione italiana famiglie vittime della strada ha organizzato il corso di alta formazione in Vittimologia e Victim Support: il corso consisteva in assistenza, sostegno e protezione delle vittime di reato. L’ Associazione ha evidenziato la necessità nei processi civili e penali di garantire da parte della magistratura il principio di uguaglianza sostanziale (articolo 3 comma 2 della Costituzione); in questo senso, anche l’articolo 51 della carta fondamentale nazionale ad oggi non risulta pienamente attuato. Nei processi penali ha chiesto di garantire una corsia preferenziale ai reati contro la persona, in modo da non trattarli e non confonderli in udienza assieme a reati di tipo di diverso. Si è chiesto di garantire tempi rapidi di indagine e di dibattimento. In pratica, di rispettare la condizione di vittima delle donne, applicando finalmente anche in Italia la direttiva europea 29 del 2012.
“Noi offriamo una possibilità di cambiamento alla condizione delle donne, non intendiamo dare consolazione. Diamo quella tutela, valorizzazione in modo da far prendere coscienza le vittime che hanno una propria autonomia, indipendenza, vita e farle ripartire. Aiutarle nell’affrontare situazioni di criticità legate ai cambiamenti che possono essere una malattia, una crisi coniugale, la maternità, o la violenza in tutte le sue forme” – spiega da Progetto Donna l’avvocato Fioretti.
“Abbiamo una linea telefonica dedicata, la pagina facebook.com/assprogettodonna ed un sito web in cui accogliamo le richieste, dove gli specialisti (tre psicologi, uno psichiatra una nutrizionista e due avvocati) possono dare subito la prima consulenza gratuita. All’inizio è infatti fondamentale dare ascolto, accoglienza per poi offrire informazione e formazione. Le aree della nostra associazione sono interfacciate, per un sostegno totale: se una donna si rivolge ad un nostro avvocato per un parere legale, poi però risulta essere vittima di una violenza, di un disagio di coppia, sa di poter affidare il proprio caso all’area medica”.
“Pur se in numero minore dei casi, garantiamo sostegno e tutela anche agli uomini. Riscontriamo casi di vittime di violenza di genere. Sono però più spesso le donne ad essere ingabbiate dentro una spirale di negazione della propria dignità. A tutto questo si è arrivati anche per colpa del retaggio di una cultura non votata all’educazione sulla parità. Noi riteniamo che la donna è vittima fin quando attua un comportamento inconscio da vittima, perché frutto di una situazione sociale che la inquadra sotto questa ottica. Quando invece viene a conoscenza dei propri diritti, o è aiutata dal punto di vista psicologico a credere nelle proprie capacità, esce dal ruolo di vittima e riprende in mano la propria vita. Un cammino difficile, se pensiamo che a volte la prigionia della violenza è assoluta e devastante; ma il cambiamento parte da noi stessi ed è fondamentale avere strumenti di tutela che ci sostengono nel percorso della nostra propria vita”.
L’associazione Progetto Donna il nuovo punto d’ascolto in via Sicilia. Conferenza stampa in programma lunedì 3 febbraio alla Sala Rossa di Palazzo dei Priori.
Data:
Commenti