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Anche NovaMusica domenica 12 alle ore 17.00 nel concerto #Andratuttobene

Ci sarà anche la scuola NovaMusica domenica 12 alle ore 17.00 nel concerto #Andratuttobene il primo concerto social per festeggiare la Pasqua nel territorio Tifernate. Non solo dal terrazzo della sede NovaMusca a Città di Castello sarà trasmesso il concerto, ma una delegazione di insegnati che sono: Rosy Bordjieva, Lucia Capaccionim  Lodovico Rossi (alle voci), Nico Pruscini (basso) Riccardo Perugini (batteria), Alessio Pigolotti e Anthony Guerrini (chitarre), Maurizio Poesini (Pianoforte), Tiziana Fiorucci (Sax e Editing) con la regia di Lorenzo Fiorucci, hanno infatti realizzato, in tempi record e necessariamente con strumentazioni domestiche, la reinterpretazione e montaggio di uno dei brani più noti della cultura italiana Nel blu dipinto di blu (1957) di Domenico Modugno e Franco Migliacci, a tutti loro va il più sentito ringraziamento da parte del presidente Silvano Petturiti a da tutti i colleghi e collaboratori della scuola.
La scelta del brano non è casuale, e ci sembra anzi una metafora perfetta della situazione contingente. Secondo la narrazione degli autori, il brano prende spunto da un quadro di Chagall uno dei più enigmatici e simbolici dell’autore: Le coq rouge dans le nuit, la leggenda vuole che il dipinto sia stato osservato da Migliacci dopo aver alzato il gomito con qualche bicchiere di troppo.  

Ma che cosa ha di cosi misterioso questo dipinto?  
Intanto l’opera scaturisce come risposta ad un evento tragico ed improvviso: la morte della moglie di Chagall ed è ricco di simbologie che uniscono il mondo reale a quello onirico del sogno in cui tutto è possibile. Due sono gli elementi che ci sembrano significativi: il gallo rosso che vola in alto navigando in un cielo densamente blu e con il suo canto annuncia la fine della notte e l’inizio di un nuovo giorno, o quantomeno segna i confini tra i due mondi. L’altro è il violino, nel quale si cela il volto di un cavallo e quello fanciullesco di una bimba. Il violino ha un valore simbolico rappresenta  lo strumento con cui l’uomo entra in contatto con il divino. Alla musica storicamente e legato questo potere magico – sacro.
C’è infine anche l’abbraccio tra i due amanti quasi a ribadire la necessità di un gesto che nella sua semplicità esprime la forza solidale e potentissima dell’unione.
Ci sono tutti gli elementi per catturare l’immaginario di Migliacci che dichiarò di scrivere Nel blu dipinto di blu, dopo un sogno terribile scritto all’impronta in uno dei giorni più brutti della sua vita, quando assieme alla perdita dell’amore sembrava aver perduto anche la voglia di vivere. Eppure questo brano, nato da un quadro e da un sogno che evoca esperienze tragiche, attraverso la sua musica e al ritornello “Volare”, manifesta il senso di una voglia di vivere come pochi altri sono riusciti ad esprimere.
Una forza rigenerante nuova rinvigorita da una nuova e diversa voglia di stare al mondo, che dopo il dramma e la ferita torna a fiorire. Cristianamente potremmo dire che dopo la morte, il Cristo risorge per ascendere al cielo, o più paganamente è come la primavera che dopo l’inverno torna a
manifestare la sua bellezza con il risveglio della natura.

È forse questo l’inverno del nostro tempo, che stiamo vivendo tutti con dolore e sofferenza affidandoci alla sola speranza, che come la definisce Turandot, in uno dei suoi tre enigmi: “Nella cupa notte vola [come] un fantasma iridescente. Sale e dispiega l’ale sulla nera infinita umanità! Tutto il mondo l’invoca e tutto il mondo l’implora! Ma il fantasma sparisce coll’aurora per rinascere nel cuore! Ed ogni notte nasce ed ogni giorno muore!” In speranzosa attesa che anche questa notte possa finire presto e che magari ci renda più umani, non possiamo fare altro che volare in questo cielo dipinto di blu.

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