Dalla “bottega artigiana alla piattaforma online”. Anche la scuola G.O. Bufalini cambia la didattica e il modo di fare lezione, ai tempi del coronavirus

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Dal 30 marzo anche gli studenti dell’Asp G.O. Bufalini sono on line e ogni mattina si collegano con i propri insegnanti: la maggior parte di loro dal proprio cellulare perchè a casa non ha un pc a disposizione, altri non si sono collegati subito, perchè hanno avuto più difficoltà, alcuni si collegano ad intermittenza perchè non hanno una rete wi-fi ma usano i giga del cellulare. “Quando la scuola Bufalini ha aperto nel 1909 – precisa il direttore, Marco Menichetti – gli studenti spesso si portavano gli strumenti da casa perchè i laboratori furono attrezzati solo successivamente, oggi invece con la didattica a distanza abbiamo portato la scuola direttamente a casa dei nostri studenti. Sarà un’esperienza di cui far tesoro perchè ci darà la possibilità di raggiungere anche chi non può permettersi un abbonamento del pulmann, vive in paesi isolati, non ha nessuno a cui affidare i figli”. “I primi giorni di collegamento è stata una vera emozione, ci siamo rivisti e inaspettatamente i ragazzi ci hanno detto quanto gli eravamo mancati e non vedevano l’ora di tornare a scuola, in realtà anche a noi erano mancati. Vedere la scuola vuota e silenziosa delle prime settimane di marzo è qualcosa che segna chi conosce la sua rumorosa quotidianità.” “In attesa dell’inizio delle lezioni online prosegue Menichetti – ci eravamo organizzati con i docenti e i tutor che avevano predisposto dispense, link a video e insieme con la professoressa di Italiano, addirittura i ragazzi hanno lavorato ad un diario di bordo collettivo in cui raccontavano giorno dopo giorno la loro quarantena”. “Un lavoro che riprenderemo insieme, quando torneremo in classe e rielaboreremo per ricordarci di questo periodo cosí particolare che ci ha reso protagonisti di una pagina di storia”. “Addirittura ci sono due nuovi allievi che hanno cominciato il loro percorso direttamente con le video lezioni, perchè sono arrivati in Italia da poco e avrebbero dovuto iniziare a frequentare la nostra scuola dal mese di marzo, ma proprio in quel periodo è iniziata la fase di lockdown e le lezioni sono state interrotte. Perciò durante il primo periodo li abbiamo sentiti telefonicamente, e adesso frequentano regolarmente le lezioni, non hanno mai incontrato di persona i loro compagni, e nemmeno i loro professori ma siamo soddisfatti perchè stiamo lavorando per cercare di non lasciare nessuno indietro. Proprio per questo da lunedì prossimo riattiveremo anche i volontari del servizio civile, dopo una prima fase di formazione a distanza e ci aiuteranno nel supportare il lavoro giornaliero dei docenti on line, nel predisporre materiale didattico”. “Per fortuna – conclude il direttore, Marco Menichetti – noi non ci confrontiamo con i numeri delle classi pollaio, ma abbiamo una situazione che ci permette un lavoro più capillare con il singolo studente e questo può fare la differenza in periodi storici come quello che stiamo vivendo”.

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