“L’Umbria – spiegano Bori e Bettarelli – è caratterizzata da un
fiorente tessuto culturale, ricco di associazioni e operatori che vanno dal
grande evento internazionale ai preziosi appuntamenti locali. Realtà come
Umbria Jazz, il Festival dei Due Mondi, il Festival Internazionale del
Giornalismo hanno contribuito alla crescita di numerose professionalità,
facendo dell’Umbria un importante hub di produzione e fruizione artistica. Il
tutto – continuano – avvalorato dalle tante istituzioni culturali presenti,
come l’Università degli Studi, l’Università per Stranieri,
l’Accademia di Belle Arti e i Conservatori. In questo comparto –
commentano – hanno trovato occupazione molte professionalità: prima della
pandemia erano registrate 31 industrie culturali per 1337 addetti, a cui
aggiungere i professionisti della comunicazione e i produttori di beni e
servizi che vi gravitano intorno. Oltre all’amplissimo settore degli
artisti indipendenti e delle produzioni locali, che non fanno parte di teatri
e che contribuiscono a far crescere i territori con il loro fondamentale
contributo”.
“La pandemia ha bloccato tutto – proseguono Bori e Bettarelli – ed
ecco, quindi, la necessità di un nuovo modello di fruizione di beni
culturali, musei, teatro, musica, cinema. Il Governo sta facendo la sua parte
con fondi e stanziamenti per sostenere l’emergenza del settore, che al
momento contano già 130 milioni di euro disponibili, che coprono anche i
lavoratori intermittenti e le partite iva. Altri 20 milioni andranno ai
professionisti esclusi dal Fondo unico dello spettacolo. Sospese poi le
scadenze tributarie specifiche e il versamento dei premi assicurativi per chi
gestisce teatri e sale da concerti. Un importante impianto di aiuti, dunque,
e la Regione deve fare altrettanto, anche andando a ripensare alcuni format
tradizionali”.
Bori e Bettarelli auspicano che “anche la Regione Umbria faccia la sua parte
con la possibilità di riscoprire la modalità drive-in per il cinema, mentre
per il ritorno del teatro all’aperto si potrebbero utilizzare gli spazi già
esistenti, con location che meglio si adattano alle mutate esigenze. Va
istituito subito un fondo regionale di solidarietà per la cultura,
accompagnato da agevolazioni, sgravi fiscali e recupero dei costi Siae. Utile
dialogare con il Governo per la piattaforma online di digital tour, per la
messa in onda di spettacoli musicali, teatrali e performance artistiche dal
vivo, attraverso l’utilizzo da parte degli artisti e dei lavoratori dello
spettacolo di spazi oggi vuoti come teatri e cinema. E una piattaforma on
demand che raccolga tutti gli spettacoli fin qui realizzati in Umbria. Per
coordinare il tutto – concludono – è necessario istituire una ‘Consulta
regionale permanente’ come luogo di confronto, studio e progettazione”.