”Nella Commissione Programmazione di Città di Castello di giovedì 28 maggio 2020, il consigliere comunale di Gruppo Misto Marcello Rigucci ha presentato la sua richiesta relativa all’accantonamento del “due per cento per le funzioni tecniche. Il regolamento lo prevede, è tutto legale ma la percentuale scelta è la più alta per l’accantonamento e questa viene sottratta agli investimenti ogni volta che si chiede un mutuo o che si aggiudica una gara. Lo stesso si nota nell’acquisto di attrezzatura. Non sarebbe meglio acquisire altre dotazioni anziché accantonarle. Chiedo di rivedere l’accantonamento del due per cento, come abbiamo fatto per il revisore dei conti. La legge dice da 0,1 a 2. Viste le condizioni attuali, bisognerebbe liberare risorse. Chiedo di portare il 2 per cento a 0,75, sono comunque cifre importanti da ricavare sull’appaltato non sulla cifra a base d’asta. Sui beni e sui mutui va diminuito. A Città di Castello dobbiamo cominciare a dare un impronta precisa per dare un segnale ai cittadini in difficoltà”. L’assessore ai Lavori Pubblici Luca Secondi ha spiegato che “la cifra corrisponde ad una premialità per i soggetti che firmano progetti e procedure e che si assumono una responsabilità. Risparmiamo rispetto ad un ricorso ad esterni. Quando alla differenziazione di percentuali, anche se la cifra è ribassata negli appalti, le risorse del comunque reinvestite nelle opere di miglioramento. Un milione di euro a gara produce un ribasso che è usato per migliorare l’opera stessa”. Vincenzo Tofanelli, assessore al Bilancio, ha detto di “mettere a verifica quanto dice Rigucci ma per il 2018/2019 i soldi accantonati solo tra 20mila e 30mila euro”. Stefano Torrini, dirigente del Settore Tecnico, ha specificato “la norma è nazionale e fino al 2% dell’importo dei lavori destinata risorse ad un fondo per incentivazione dei dipendenti ma anche per innovazione della strumentazione tecnologica e degli apparati informatici. Quindi quote per il miglioramento di tutta la struttura comunale. Il dato di Tofanelli viene ripartita tra 30 e 40 dipendenti quindi di 1000 euro a dipendente in media. L’assicurazione personale del dipendente, pagata dall’ente ma a carico del dipendente in dolo o colpa grave incide sullo stipendio del dipendente tecnico da 300 a 500 euro l’anno ed è doppia rispetto alla quota di assicurazione di un dipendente amministrativo. Il premio è definito dalla norma nel 1994 e scelto da tutti i governi e di fatto va a coprire un po’ di responsabilità dei soggetti tecnici quando si gestisce un’opera pubblica. Dentro i cantieri poi è più alto il rischio di incidenti e spesso è richiesta la partecipazione alle spese legali. Si può ridurre”. Nella replica Rigucci: “E’ un benefit che può essere ridotto. I medici c’hanno questo benefit? Quali responsabilità si assume il personale tecnico se il progetto della Pinacoteca e della Scatorbia è stato dato all’esterno ma il due per cento l’hanno preso i tecnici del comune. Nella media c’è chi prende 1000 euro e chi me prende 10mila. Una cosa è il privato ed una cosa è il pubblico. L’accantonamento del due per cento sono molti di più di quelli dichiarato. Il due percento deve essere calcolato sui 100milioni di volume economico. Destiniamo il due per cento alle attrezzature delle scuole. Lei fuori dall’orario di lavoro può fare altri lavori e altri che non hanno un lavoro. Lasciamo il lavoro anche agli esterni. LO sa quante ferie non godute hanno i dipendenti? Oltre 18mila ore di ferie non godute, potevano smaltirle nel periodo del lock down”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha detto “dal punto di vista della sostenibilità giuridica, la proposta ha fondamento. In aula vedremo chi è d’accordo e chi no”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha aggiunto: “La valutazione di Rigucci è se è giusto che si applichi la quota massima prevista dal contratto in questa fase. In consiglio dovremmo rispondere. Legittima la proposta”.
In commissione due per cento delle cosiddette funzioni tecniche. Rigucci (misto) “riduciamolo”
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