Morte Lanfranco Rosati, il ricordo dei giornalisti “cresciuti” con lui

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I giornalisti di Città di Castello e dell’alta Umbria in particolare (Città di Castello e Gubbio) piangono la scomparsa del professor Lanfranco Rosati, decano della stampa tifernate ed eugubina, per decenni protagonista assoluto anche della professione in ambito regionale e nazionale.

Elencare quello che ha scritto e detto il “maestro” Lanfranco, l’amico, il professore, e’ compito impossibile per la vastità del suo operare nel mondo dell’informazione da vero innovatore e precursore dei tempi e dell’incedere della tecnologia. Dalla lettera “32”, alla elaborazione e i disegni dei menabo’, all’invio dei pezzi e foto con il “fuorisacco” dalle redazioni che ha frequentato da protagonista ( come corrispondente da Il Mattino, Il Messaggero, La Nazione, Il Corriere della Sera ed interventi ed editoriali anche sul Corriere del’Umbria e apparizioni televisive e radiofoniche) Lanfranco Rosati anche poi dopo con l’avvento dell’hi-tech e della rete ha lasciato il segno indelebile della sua signorilità e capacità di scrivere e farsi capire da tutti, come diceva il grande Indro Montanelli.

A Città di Castello dove abitava dal sessanta con la sua famiglia e nella sua Gubbio (sempre con la Festa dei Ceri nel cuore) Lanfranco Rosati ha tirato su’ generazioni di giornalisti, giovani volenterosi con il sogno di un mestiere che poi e’ diventato il lavoro principale ed il sostegno della vita per alcuni. Una vera e propria scuola tifernate ed eugubina e’ cresciuta con lui assieme ad altri “maestri” e punto di riferimento anche ora per tanti di noi come Sergio e Fabio Pelosi, Eliana Pirazzoli, Pasquale Baruffi, Elio Vagnoni, Vincenzo Niccolini, Massimo Zangarelli, Paolo Puletti, Francobaldo e Gianni Chiocci e tanti altri che dei suoi consigli ed insegnamenti hanno fatto tesoro avendo sempre al centro etica, deontologia, rispetto del prossimo, dei lettori e senso della notizia.

Caro Lanfranco ci hai insegnato tu a credere ed e’ così, che la notizia, la curiosità e’ il sale del nostro mestiere il più bello e affascinante che ci sia. Oggi però la notizia della tua scomparsa la raccontiamo, con il dovere del cronista e della necessità di informare, più che con la tastiera e con un freddo invio, con il cuore gonfio di dolore e con il cordoglio che estendiamo alla tua famiglia, la moglie Marcella, i figli Mario, Agnese e Rita e tutti coloro e sono tanti che ti hanno voluto bene.

Ciao Lanfranco, ti ricorderemo sempre. I giornalisti tifernati.

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