Rimandato al prossimo consiglio comunale l’ODG che trasferisce il lascito Mariani alla ASL con le indicazioni sull’utilizzo

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Rimandato al prossimo consiglio comunale di Città di Castello, l’ordine del giorno sul Lascito Mariani nel cui dispositivo si riconosceva “alla USL Umbria n. 1 la disponibilità del lascito Mariani affinché ne possa definire l’utilizzo a fini sanitari nel rispetto delle volontà testamentarie; pur nel rispetto dell’autonomia dell’ente sanitario, riconosce la necessità che il lascito, coerentemente al motivo ispiratore della scheda testamentarie e del vincolo di destinazione dalla stessa impresso al lascito, come riconosciuti dal giudicato, sia destinato al soddisfacimento dei bisogni sanitari della popolazione tifernate; rileva l’importanza e l’urgenza di potenziare la rete dei servizi sanitari territoriali, colmando l’annoso ritardo nella realizzazione della struttura denominata Casa della salute nel territorio dell’Alto Tevere, da collocarsi preferibilmente nel vecchio ospedale; indica, quali ulteriori priorità di intervento, la realizzazione del nuovo centro Alzheimer di Città di Castello, risultando l’attuale non più adeguato alle reali esigenze della popolazione e al potenziamento del reparto oncologico del nosocomio tifernate; impegna il Sindaco e la Giunta alla definizione, di concerto con la USL Umbria 1, di un atto volto a recepire le prioritarie indicazioni assunte dal Consiglio comunale di Città di Castello con il presente ordine del giorno.
Il sindaco Luciano Bacchetta ha illustrato il documento, ricordando l’importanza del tema: “i tatticismi non hanno alcun senso. Parliamo di 3 milioni e 700mila euro, ora 3 milioni e 400, frutto di un gesto di liberalità molto bello. Ho avuto modo di conoscere le sorelle anche tramite gli eredi consenzienti al lascito che vivono a Varese. Abbiamo la responsabilità di utilizzare al meglio queste risorse. Il lavoro per arrivare a dare un senso a queste risorse è stato lungo. Abbiamo anche siglato un accordo con la precedente amministrazione regionale. Dobbiamo mettere un punto fermo definitivo. Il comune è stato definito il destinatario dal verdetto della causa ma è un depositario perché non ha nelle sue vocazioni quella sanitaria. Le risorse devono andare alla ASL per essere investite. Noi abbiamo il dovere morale di indicare come utilizzarle. Un diritto dovere del consiglio comunale. Vogliamo fare in modo che il lascito arrivi veramente ai bisognosi? Il problema è politico: il vincolo giuridico è utilizzare queste risorse attraverso la ASL. Il comune non le può spendere in proprio ma definire gli obiettivi per dare compimento alle volontà delle sorelle Mariani. Avevo indetto una conferenza stampa per domani con la presidente della Regione Umbria Tesei ma l’ho rinviata. Le risorse non vanno alla Regione ma alla ASL. Una delle esigenze è il Centro Alzheimer, la Regione ci ha sempre detto di potenziarlo. Ed è certo che serva ai bisognosi. Il terzo progetto è la Città della Salute, nato all’interno della struttura sanitaria, un grande progetto dimostrato in maniera plastica dalla vicenda del Covid. Oggi i servizi territoriali hanno più sedi in affitto, centralizzare in un’unica struttura è funzionale ed è considerata una soluzione all’avanguardia. Noi metteremo a disposizione risorse ingenti ma non sufficienti, le altre da ASL. La sede per me è l’ex ospedale. Ho evitato polemiche ingenerose con la Regione: l’ospedale vecchio è in abbandono da venti anni. Ma noto una certa melina. Il Lascito non è legato al vecchio ospedale, non è una prescrizione ma una scelta politica. La Regione può dire ad ASL di impiegare il lascito per oncologia, centro Alzheimer e Città della Salute. Non poniamo il vincolo Città della salute-vecchio ospedale ma sarebbe un obiettivo significativo. La politica è il tentativo di dare risposte ai cittadini. Collocare la casa della Salute all’ex ospedale consente due soluzioni: i servizi efficienti ed il recupero di una struttura di pregio. Non è sufficiente il Lascito Mariani, serve il contributo di ASL e di Regione. Se non si trovano la Città della salute sarà realizzata in altro luogo. Senza polemiche. Se la Regione non ha le risorse per l’operazione vecchio ospedale ne prendo atto. La Città della salute è necessaria, facciamola ma il problema dell’ex ospedale rimane. Lo vogliamo affrontare? Città della Salute, Alzheimer e Oncologia sono necessari e il comune veglierà sulla loro realizzazione. Ben vengano altre proposte: ma è il comune a dare indicazioni su come spendere queste risorse. Da questo non si può indietreggiare. Questi soldi non sono nostri, vanno utilizzati”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha detto: “L’ordine del giorno è un dietro front rispetto a quanto detto in questi anni e viene dopo il parere proveritate del prof. Palermo e dopo un intervento dell’avv. Mattei. Questo ordine del giorno è modificato rispetto al precedente, la decisione viene ricondotta al consiglio comunale e fatta una variazione di bilancio per incamerarlo. La somma da più di sei anni è nelle casse del comune. L’elenco delle contestazioni dell’avv. Mattei sono lunghe: tra cui la mancata utilizzazione, anche in occasione del COVID 19, contestazione dell’interpretazione del comune sul parere dell’avv. Palermo, indica che non posso essere decurtate le somme per gli avvocati. Mattei dichiara che le sue dichiarazioni non sono corrette. Serve un chiarimento. Noi avevamo proposto un documento in cui la somma venisse destinata a chi ha bisogno. Apra un confronto con la ASL per utilizzarlo a favore dei cittadini. Gli atti di questi anni non ci convincono: vogliamo coinvolgere i consiglieri sulla destinazione e sulla gestione, che invece dipende dal lei e dalla Giunta. Ci sono i termini per inviare tutto alla Corte dei Conti: lei non ha utilizzato il lasciato per sei anni e si è svalutato dal 2014. Alla Commissione ha dichiarato che l’aveva incrementato. Non ci risulta. Il prof. Palermo ha detto che il lascito deve essere ripristinato nella sua integrità e non decurtato delle spese legali. Il Lascito è indisponibile. L’ipotesi di utilizzo è incompatibile con il Lascito. Non ha precisato le modalità di trasferimento alla ASL. Ci sono tutti i motivi per riflettere”. Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha detto che “Dopo sei anni, in fretta e furia negli ultimi periodi si è accelerato senza più ascoltare chi aveva cose e consigli utili e si è deciso di andare a chiusura con un ordine del giorno. Giustissimo il Centro Alzheimer. Giustissimo il potenziamento di oncologia in questa zona critica nei dati. La città della salute è interessante e oggi in maniera intelligente ha fatto un cambiamento epocale, separandola da un rudere, che vale 4 milioni e mezzo sulla carta ma è in condizioni pessime. Lei ha presentato un ordine del giorno senza confrontarsi sulla maggioranza, prendo atto della marcia indietro anche sulla conferenza stampa. Ci sono passaggi che non capisco: perché trasferire il lascito alla ASL? L’avvocato Palermo sa di diritto ma ha dato un parere. Noi volevamo un altro parere pro veritate. Le spese legali dovevano essere sostenute dal Comune e non dal lascito, sono scelte discrezionali. Non credo che la ASL sarà vincolata dai nostri indirizzi. Il denaro finirà nel bilancio di un ente terzo. Se ci fosse stato un protocollo dettagliato discusso in commissione sarebbe stato diverso. Come facciamo ad avallare le sue promesse di fine mandato? Se fosse stata fatta una Fondazione con dentro anche la ASL che investisse e mantenesse il lascito, con interessi all’anno di circa 70mila euro, sarebbe stato possibile dirottare le risorse senza diminuirle, perché il lascito una volta speso non esisterà più. Spero che l’ordine del giorno non vada in porto”. Il sindaco ha replicato: “la decisione politica viene prima dei dettagli. La Fondazione non mi convince. Queste risorse vanno sfruttate per essere utili nel tempo attraverso strutture e funzioni. Rimane fuori molto ma sono 3 milioni 400mila euro. Ho provato a sgombrare il campo da altre preoccupazioni. So che non bastano i soldi che mettiamo a disposizione, so che la struttura è della Regione e ASL non può intervenire ma sappiamo anche che la politica si deve porre obiettivi. Se la Regione ci dice che non ci sono le risorse sufficienti per investire nel vecchio ospedale ne prendiamo atto ma rimane il problema di cosa farne di quella struttura. Che le parcelle le doveva pagare il comune, è una posizione diversa da quella espressa da lei in precedenza”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha notato “un’evoluzione positiva delle posizioni di qualche tempo fa. E’ prevalsa l’opinione che il lascito va usato per questioni sanitarie e non per operazioni immobiliari. Ma l’ordine del giorno diverge da quello che dice il sindaco, per il quale è un vincolo della ASL recepire le indicazioni del consiglio. Non è così perché la lettera del parere sostiene che i soldi vanno alla ASL che ne può fare quello che vuole ma sempre su beni di sua proprietà. Nel frattempo c’è stata la pandemia e la medicina del territorio è diventata un punto focale del lascito. Le elezioni regionali hanno cambiato molte carte in tavola. E’ comico l’intervento dell’ex vicesindaco Bettarelli che chiede alla Regione di mettere le risorse. Ma prima quando in giunta c’era una sua conterranea per anni non ha trovato il modo di reperirle. Se la conferenza stampa è stata posticipata dipende anche dal fatto che domani mattina (martedì 16 giugno) in consiglio regionale c’è un documento proposto dai consiglieri di maggioranza nella quale si chiede il rispetto del protocollo d’intesa fatto a maggio in cui la Regione di prima si impegnava a trovare i soldi per l’ex ospedale. Voterò l’atto con alcuni emendamenti al testo tra cui il riferimento alla pandemia. Inserirei il riferimento al vecchio ospedale con un comma ad hoc”. Mirco Pescari, capogruppo del PD, ha dichiarato: “Il sindaco ha parlato di melina e di obbligo morale, che ci ha portato al 2014 fino a qui. Melina che è stata fatta anche all’esterno del consiglio ed ha trovato megafoni dentro quest’aula, perché il primato della politica è ascoltare tutti ma con pensiero critico nell’interesse della Comunità. L’obbligo morale è quello che ci guida ed è ben sintetizzato dall’atto redatto con il consigliere delegato Gaetano Zucchini. Prende atto del parere del professor Palermo e della carenza di competenze del consiglio comunale. Alleviare le sofferenze sia fa o con i servizi sociali o con i servizi sanitari. Prende atto del legame tra Casa della salute e vecchio ospedale e propone una soluzione costruttiva e politica. L’obiettivo della Casa della salute non è prorogabile. Il principio della salute. Prende atto che la mia parte politica non ha concretizzato la soluzione e chiede la Casa della salute, aggiungendo che la vorrebbe nell’ex ospedale. Ordine del giorno è politico così come il vincolo. L’interrogazione dei consiglieri regionali di maggioranza, primo firmatario Valerio Mancini, forse recupera la sua assenza quando il consiglio regionale precedente votò il documento per la destinazione del Lascito Marinai alla Casa della Salute. Non è più possibile fare melina. Per Città di Castello il contenitore dell’ex ospedale è un problema della città prima che per la politica. Auspico che ci sia una larga maggioranza. Non è un voto né a favore né contro di questa maggioranza ma per migliorare i servizi sanitari ed ospedalieri dell’intera comunità altotiberina”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha osservato: “Siamo tutti discordi e tutti d’accordo. Quando ci appelliamo al regolamento, è perché la forma è sostanza. Il dibattito su questo ordine del giorno è tutto interno alla maggioranza. La firma del sindaco sul documento è la prima volta a memoria mia. E’ stato anteposto agli punti dato che a suo tempo avevamo votato solo di slittarlo al prossimo. E’ un testo diverso da quello della settimana scorsa. E’ una cosa vostra e ve la state gestendo dentro la maggioranza. Non ci coinvolgetevi in questa melina che parte dalla vostra metà campo. Forse è scritto a quattro mani con la curia visto che alla conferenza stampa era invitato anche il vescovo. Nel merito benissimo Centro Alzheimer oncologia potenziata, Città della Salute ma queste risorse dall’atto non vengono vincolate in modo definitivo e la novità è che si divide il destino della Casa della salute da quella dell’ex ospedale. Il Lascito da cespite per recuperare l’ospedale sta diventando altro e questo mi trovo d’accordo”. Per Ursula Masciarri, consigliere del Psi “Grazie ai proponenti. Abbiamo ritenuto ad adiuvandum del precedente ordine del giorno, come i proponenti hanno capito, – ed ho apprezzato il contributo del consigliere Lignani – di fare proposte per vincolare al territorio il lascito al di là delle questioni giuridiche. La vocazione del lascito è socio sanitaria e il comune non ha. La ragione della destinazione è che il comune si è trovato ad essere in un determinato periodo storico il titolare della disposizione del lasciato, subentrando. Non sono d’accordo con la Fondazione. Mi auguro che oggi si comprenda e si faccia uno sforzo per condividere che il consiglio comunale da degli input: destinazione Casa della Salute, speriamo nel vecchio ospedale. Vincoliamo dal punto di vista morale se non giuridico le disposizioni del lascito di cui questo consiglio deve essere il garante”. Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha detto: “Sono passati sei anni dal 2014 e non si possono nascondere le responsabilità. La melina è che in 10 anni non si è trovato un progetto dove in altre città negli ospedali dismessi si sono realizzate Case della salute. Mi aspetto una maggiore responsabilità. Il passaggio ad Asl sembra un modo per liberarsi di un lascito a cui non si è riuscito a dare utilizzo, che si lascia libero, nel rispetto delle volontà testamentarie. Le indicazioni dei punti successivi tali restando. E’ un atto debole, non vincola, indica. Viene sottratta alla città una somma imponente anche se non è stata maneggiata bene avendo perso 300mila euro. Avete parlato di obbligo morale di questo consesso che rappresenta i cittadini tifernati, veri eredi del lascito. Ma allora non avreste scritto che i soldi vanno alla ASL. La proposta è che il consiglio si assuma fino in fondo la responsabilità ed abbia un controllo su questi fondi: nel dispositivo riconosciamo il passaggio alla ASL previa proposta di un progetto di utilizzo articolato della somma che verrà vagliato dal consiglio e la rispondenza alle volontà testamentarie. Vorrei che il consiglio non si fermi qui ma dia il via libera ai servizi che saranno finanziati dal Lascito”.
Filippo Schiattelli, consigliere del PSI, si è detto d’accordo con il sindaco sul dovere di onorare il lascito ed ha aggiunto “davanti al gesto delle sorelle dobbiamo dare una risposta concreta e volta al soddisfacimento in forma certa, diretta ed inequivocabile in tempi brevi e certi. L’ordine del giorno in questo senso presenta delle perplessità: il lascito è destinato all’ospedale per alleviare le sofferenze e soccorrere le persone. Ben venga il potenziamento dell’oncologia, il centro Alzheimer ma la Casa della salute in collegamento all’ex ospedale, presente anche nelle linee programmatiche, potrebbe essere eccepita. Non ci può stare che si vada ad incrementare un bene immobiliare di terzi. Dobbiamo garantire che la volontà delle sorelle Mariani, che oggi si rivolterebbero nella tomba, sia adempiuta. C’è già chi oggi allevia le sofferenza e aiuta i bisognosi dirottiamo le risorse in quella direzione, bene l’oncologia ma anche il potenziamento delle dotazioni, ad esempio il Pronto soccorso. Se ci avventuriamo in situazioni con altre strutture ed interlocutori non diamo seguito allo spirito del lascito. Non voterò l’ordine del giorno”. Marcello Rigucci, consigliere comunale del Gruppo Misto, ha sostenuto che “gli anni passano invano, chissà quanti anni passeranno prima di mettere la prima pietra. Perché la ASL non ha presentato un progetto del reparto di oncologia, perché il Comune non ha fatto un pro getto per il Centro Alzheimer?”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Gruppo Misto e consigliere delegato alla materia, ha detto di “raccogliere gli stimoli a partire dal decreto sindacale del 2017. Le prese di posizione sono state tante negli anni ed anch’io mi sono posto il problema delle volontà delle sorelle Mariani, espresse nel 1984; da allora la sanità risponde ai sofferenti e ai bisognosi in modo diverso. E’ cambiato il paradigma: l’ospedale è per gli acuti e la medicina del territorio per la salvaguardia della salute e la prevenzione. Nessuno vuole fare un’operazione immobiliare: in Toscana ci sono 52 Case della salute, che accolgono il malato a 360 gradi. La proposta del vecchio ospedale parte da valutazioni di natura sanitaria e della cura territoriale della persona. Il vincolo che l’ordine del giorno pone è politico: fermando restando che il titolare del lascito è la ASL Umbria 1, che potrebbe farne l’uso che vuole, l’atto di un consiglio comunale serve a dare un indirizzo. Il consiglio comunale garantisce il controllo politico della questione e chiede un protocollo che assicuri l’effettivo esercizio del lascito in linea con le volontà”. Zucchini si è rivolto a Schiattelli, chiedendo di valutare un voto non contrario: “Dobbiamo comprendere l’obiettivo di una politica sanitaria moderna”. Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra, ha concordato sul fatto “che le condizioni della sanità è cambiata. La volontà delle Mariani si armonizza con l’odg. E’ l’ultima occasione per il consiglio di affrontare e sciogliere il nodo del vecchio ospedale, un immobile strategico per la città”. Vittorio Morani, capogruppo del PSI, ha detto: “Sono rammaricato per la scelta di chi si dissocia. Non ne ero a conoscenza. L’obiettivo era definito fin dall’inizio della legislatura, non si può cambiare in corsa. Io a suo tempo lanciai l’idea della Casa della salute. Dispiacerebbe se il Lascito perdesse altre strade, dobbiamo condividere anche per rafforzare la sanità locale. Sull’odg ci sono state perplessità ma da stasera è tutto più trasparente”. Il sindaco nella replica ha detto: “Le priorità sono quelle indicate dalla ASL perché è la più competente in questo senso ed è chiaro che il Comune non ha competenza sanitarie ma è chiaro che il Comune può indirizzare le scelte e che le risorse devono rimanere qui. La Regione è spaventata dall’investimento necessario al recupero dell’ospedale vecchio. La vicenda del Lascito prescinde dalle parti politiche. Va fatto un ulteriore sforzo e propongo di aggiornare il voto sul documento al prossimo consiglio, lunedì 22 giugno 2020, tornando in conferenza dei capigruppo. Le esigenze della sanità sono infinite e sarebbero infiniti gli impieghi utili del lascito ma possiamo fare un approfondimento su alcuni aspetti scaturiti dal dibattito. Voglio togliere gli alibi a chi vuole lasciarci impantanati in questa situazione; se poi un punta di caduta c’è ne prenderemo atto. Vale la pena fare un tentativo in più”.

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