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Tre giorni in ospedale per la pillola abortiva, polemica in consiglio comunale

Nelle comunicazioni del consiglio comunale di lunedì 15 giugno 2020, la consigliera comunale del PD Letizia Guerri ha portato all’attenzione dell’assise “la delibera della Giunta regionale umbra che vieta l’aborto farmacologico in regime di day hospital, prevedendo il ricovero ospedaliero di tre giorni. É un fatto grave che lede il diritto delle donne con una brutalità mmane. Scegliere di abortire è già difficile: se qualcuno avesse un po’ studiato avrebbe potuto capire che l’aborto farmacologico è la strada meno traumatica e che scegliere il regime ospedaliero[ss1]  e quindi tre giorni di ricovero – anche maggiori rispetto ad una aborto chirurgico – è penalizzante, non tutela le donne vittime di violenza domestica che non possono assentersi da casa, ha dei controlli pre e post, contrari a quello che ci dicono i sociologi e i medici. Questo è stato fatto in un’emergenza sanitaria al contrario di quanto dice la scienza mondialle, per la quale è preferibile l’aborto farmacologico in day hospital per non congestionare gli ospedali; l’Umbria va in direzione contraria. Non è un atto amministrativo ma una scelta politica. E anche noi dobbiamo scegliere: stare dalla parte delle donne o contro le donne, con chi dice che bisogna aiutare economicamente o impedire l’aborto. Chiedo al sindaco che questa scelta sia chiara nel nostro comune affinchè le giovani donne siano libere di scegliere, chiedo che si faccia portavoce del diritto di tutti noi, perché nel 2020 un simile passo è inaccettabile”. Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia è intervenuto dicendo: “A costo di diventare antipatico dico sì a che tutto ciò che contrasta l’aborto e sì a tutto ciò che protegge la donna. Dobbiamo tutelare la salute della donna e del feto. Per la prima volta, essendo cambiata la mentalità della Regione si fa qualcosa che va nell’interesse della vita, che cerca di far nascere una vita. Non dobbiamo giudicare né impedire che altri cerchino di tutelare la vita. Oggi tutto si risolve con una pillola, invece proprio per questa insensibilità eccessiva si rischia di fare due vittime, il feto e la madre. Oggi come non mai bisogna parlare con le persone, se si potesse parlare con queste madri cercando anche di salvare una sola vita, anche in questa sala ci sarebbero tanti pronti ad accettare un figlio per salvare una vita. Poi ci sono scelte personali, scegliere tra la vita di una madre e di un figlio, che vanno fatte secondo coscienza, Ridurre tutto ad un mero intervento è ben poca cosa, tutti meritiamo un ragionamento diverso nella tutela della vita e delle donne. Mi dispiace che la consigliera Guerri me abbiamo voluto parlare in questo spazio molto ridotto”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha detto: “Il dibattito etico ci porterebbe lontanissimo, anche se tutti pensano alla libertà della donna ma non alla macellazione di una vita. Mi auguro che sia una scelta politica che comunque condivido”. Emanuela Arcaleni, consigliere comunale di Castello Cambia ha detto: “Dovremmo fare un ragionamento più ampio ma non mi piace l’ipocrisia. Parlare di una scelta che aggrava l’esercizio di un diritto previsto da una legge dello stato non aiuta a salvare una vita. Dobbiamo dare i mezzi per difendere la vita. In questo modo si mettono solo le donne in ulteriore difficoltà. Rendiamoci conto che spesso questa scelta è dettata da condizioni economiche e di vita precarie. Le donne devono essere aiutate a non farlo anche attraverso la prevenzione con una campagna di informazione. Difendere la vita rendendo più difficile il percorso non funziona. Prevenire e creare le condizioni perché la donna non scelga l’interruzione della gravidanza”.L’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini ha ribadito che “l’argomento non si presta ai tempi delle comunicazioni. Io ho lavorato una vita a contatto diretto con le donne. L’aborto farmacologico che fa parte della legge 194 e che la Regione Umbria ha riconosciuto nel 2018 è una tutela per la donna. Non è vero che il day hospital ti garantisce la riservatezza. E’ ovvio che la tutela della vita è fondamentale per tutti. Io vorrei che qualcuno di voi si fosse trovato a parlare con le donne che fanno una scelta del genere. E’ una scelta dolorosissima. Ho visto donne che si procuravano l’aborto con mezzi primitivi. La Regione Umbria ha fatto una scelta terribile. Forse potevate risparmiarlo questo discorso”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha detto: “Fa male anche a me parlare in questi termini di questo tema. Non concordo con l’assessore sul fatto che lasciare le donne da sole a casa a volte è successo che siano morte nella circostanza. Non tutte le Regioni hanno fatto la scelta dell’Umbria. Comunque è un tema aperto ed è una cosa incredibile che si usi questo argomento come un grimaldello politico. E’ vergognoso”. Inoltre nelle comunicazioni: Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, ha protestato perché “la mia mozione è finita in fondo all’ordine del giorno. Pretendo che torni al primo”. Francesca Mencagli, presidente del Consiglio comunale, ha spiegato che “interrogazioni ed interpellanze sono rimaste indietro a causa dell’emergenza”. Rigucci: “Non è accaduto mai prima”. Sulla questione scuola Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia ha chiesto “un chiarimento maggiore sulla tempistica. E’ uscito il decreto che stanzia 300milioni, che permette ai presidenti di Provincia/commissari di agire più velocemente. Quali sono le tempistiche chiedo all’assessore che è anche rappresentante Anci e che si è confrontata con il viceministro sulle tempistiche?”

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