Ciliberti e Tavernelli (PD Città di Castello), sul voto referendario “senza riforma della legge elettorale, no deciso al referendum”

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A un mese esatto della consultazione referendaria del 20 settembre, nessuna legge elettorale risulta calendarizzata in Parlamento o incardinata in alcuna commissione, nonostante i molteplici impegni e le incaute promesse. 

Lo temevamo, ed è quello che sta avvenendo. 

Quindi in assenza di una credibile riforma elettorale che garantisca la rappresentanza parlamentare alle minoranze e alle regioni italiane più piccole (come la nostra), non possiamo votare SI nel prossimo referendum.

Il problema di territori privi di rappresentanza parlamentare, con la vittoria del SI, aprirebbe pericolose crepe costituzionali.

Un Parlamento che non controlla i governi, è una democrazia più debole.

Dobbiamo tentare in tutti i modi di arrivare al voto sulla legge elettorale concordata all’interno della maggioranza.

I territori, gli italiani all’estero, le zone meno popolose non avranno più rappresentanti e così si allontana la politica dai territori.

I parlamentari saranno scelti in liste bloccate dai capetti di partito senza nessun legame con i territori e in Senato i governi saranno sempre in balia di due o tre senatori. Infine, avremo commissioni che funzioneranno peggio, quindi leggi più confuse e meno efficaci. In una parola: democrazia più debole.

Un regalo al populismo e alla demagogia non può essere perpetuato, anche nel ricordo di derive autoritarie passate, sempre precedute da climi culturali impregnati da attacchi al parlamento e alle sue prerogative.

Il taglio dei Parlamentari piace molto a chi lavora per sostituire le Camere con il sistema Rousseau.

Per questo invitiamo tutti ed in particolare le forze politiche della attuale maggioranza, ad incardinare almeno in un ramo del parlamento la seria riforma elettorale (con più i necessari corollari tecnici e di collegi).

Una riforma complessiva che renda le istituzioni più efficienti e più vicine ai cittadini.

Altrimenti saremo impegnati per sostenere le ragioni del No!!

Impegno in linea con quel PD che per tre volte recentemente ha votato No al taglio dei parlamentari, chiedendo dei correttivi oggi solo annunciati, e dei quali non se ne vede neanche l’ombra.

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