La consigliera di Castello Cambia: “Alle inadempienze del governo, si aggiunge il totale silenzio dell’amministrazione comunale. Risultato: si naviga a vista”
“A pochi giorni dalla riapertura delle scuole, la situazione appare ancora molto confusa e preoccupante per docenti, ragazzi e famiglie. Al di là dei proclami e delle chiacchiere, il quadro generale non è affatto chiaro e nel nostro Comune, a differenza di altri, non è stato presentato alcun Piano scolastico. A parte le generiche rassicurazioni verbali dell’assessore, nulla è dato sapere: tutte le scuole riapriranno in sicurezza? Le aule sono adeguate? Sono stati allestiti spazi ulteriori per contenere classi da sdoppiare perché troppo numerose? Non si sa ancora se gli ingressi saranno differenziati e scaglionati né come saranno gestiti i trasporti scolastici. Famiglie e insegnanti sono ancora in attesa di capire se alunni e docenti dovranno indossare le mascherine per 5 o 6 ore (!) a causa di spazi ridotti o se interverrà qualche altra deroga. Una situazione assurda in cui, alle palesi inadempienze governative, si aggiunge una gestione locale autoreferenziale e priva della comunicazione necessaria alla cittadinanza”.
“Nel caos generale il livello governativo non aiuta – aggiunge Arcaleni -. Sulla scuola si è fatta soprattutto retorica: il dibattito si è concentrato sui banchi con le rotelle e alla fine solo questo risulta il provvedimento concreto attivato: spesi oltre due milioni per dotare il 14 per cento delle scuole di questa “novità”, mentre queste risorse potevano essere utilizzate per aumentare un “fondo supplenze” che ad oggi appare insufficiente a coprire l’esigenza prevedibilmente più onerosa nel caso di quarantena di intere classi e relativi docenti, perché serviranno molti supplenti per sostituirli. In pratica, alunni e docenti rientreranno a scuola come ne sono usciti: con le stesse classi nelle stesse aule, con le medesime “classi pollaio”, con gli stessi trasporti perché tanto il virus colpisce dal sedicesimo minuto, senza controlli agli ingressi perché tanto la temperatura la misurano i genitori come hanno sempre fatto (o no?), senza alcun presidio medico, perché ad oggi non risulta alcuna nomina di “medici scolastici” e, ci chiediamo, quanti saranno disponibili quando i numeri dei contagi salissero come o più di ora?”
Ecco quindi le proposte di Castello Cambia: “Chiediamo alle istituzioni regionali e locali innanzitutto di attuare concretamente tutte le misure previste dal Protocollo per la sicurezza sottoscritto da Ministero e sindacati il 6 agosto che per ora è lettera morta. Per garantire una maggiore sicurezza sarebbe opportuno prevedere la misurazione della temperatura all’ingresso e ampliare i protocolli per la somministrazione dei test e tamponi, per scoprire precocemente nuovi focolai e scongiurarne la diffusione: la buona idea di sottoporre a test sierologici i docenti prima dell’inizio lezioni, andrebbe estesa gradualmente a tutta popolazione scolastica. Chiediamo al Comune di tirare fuori qualche idea, se ne hanno, e di condividere il Piano scolastico e dei trasporti: questa emergenza non può essere affrontata senza il coinvolgimento e la collaborazione di tutti.
‘Scuole aperte il 14 settembre’ non può essere uno slogan politico utile a coprire ritardi e responsabilità: alunni, famiglie e docenti devono poter esercitare il diritto-dovere all’istruzione in piena sicurezza, altrimenti la riapertura e la continuità delle lezioni in presenza saranno seriamente a rischio, oppure lo sarà la salute di tutti coloro che la scuola la frequentano: la classe docente, mediamente più vecchia d’Europa, e gli stessi alunni e le loro famiglie, nonni compresi. Non vorrei che a doverci salvare fosse di nuovo la Didattica a Distanza”.