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Allevamento avicolo a Petrelle: in programma riunione del comune con i residenti. Dibattito in commissione

Lo stato dell’arte del progetto di allevamento avicolo a Petrelle al centro dei lavori della Commissione congiunta Servizi ed Assetto del territorio di Città di Castello. L’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini ha ricordato che “Da due anni abbiamo affrontato la proposta di un allevamento di polli nella zona di Petrelle; non siamo convinti né come Giunta, né come Amministrazione, né come consiglio comunale della documentazione che illustra lo sviluppo e il processo produttivo di questo allevamento. Inoltre era necessaria per partire una SCIA e così abbiamo bloccato il progetto anche se i proprietari sono ripartiti su basi diverse. Il primo step produttivo è di 14mila animali mentre si parlava di 20mila complessivi. Il proprietario può farlo senza particolari permessi ma il Comune ha invitato tutti i soggetti, dalla Asl alla Regione, per la quale i numeri non richiedono VIA”. Antonio Coletti, responsabile del Settore Edilizia privata, ha precisato che “si tratta di una rifunzionalizzazione di una stalla in zona San Zeno. La storia dell’edificio risale alla fine degli anni Settanta e più volte ha suscitato dibattito dal punto di vista ambientale perché era un allevamento suinicolo che non pochi problemi ha dato all’Amministrazione comunale. L’allevamento è stato chiuso e bonificato. L’attività è cessata. L’ultimo prg strutturale lo ha censito come allevamento avicolo, zootecnico. La proprietà ha tolto l’eternit e ha installato un impianto fotovoltaico e nel 2018 è stata presentata dalla società agricola Energala una richiesta di rifunzionalizzazione della stalla. Il permesso di costruire ha fatto emergere alcune problematiche sia dal punto della Via e nella Vas. Abbiamo fatto una conferenza dei servizi con i soggetti sovraordinati e ci siamo assicurati che la partenza di questi impianti fosse in linea con la normativa. Hanno tagliati degli alberi in zone per il pascolo che è stato spostato in altre zone e il torrente Aiale è stato salvaguardato. Una particolarità sono gli scarichi: la pollina viene smaltita esternamente alla zona. La patente di biologico dipende dai componenti della pollina. Per il transito basti pensare che sono 3 cicli ognuno da 95 giorni, dai pulcini alle galline. I viaggi sono uno ogni otto-dieci giorni per il rifornimento del ciclo. A fine ciclo ci saranno tre giorni in cui verrà portata via la pollina e un viaggio per i polli che muoiono. Quindi un viaggio a fine ciclo. L’impianto è di 14.500 polli per ognuna delle due stalle. Noi abbiamo rilasciato il permesso solo per una stalla. Si è normata l’esondazione dell’invaso perché non danneggi i capannoni e il loro lavaggio avverrà attraverso uno fossa a tenuta stagna, di cui si occupa una ditta specializzata. I polli stanno all’aperto dal 51° al 90° giorno e possono uscire. Nella zona ci sono già altri impianti, uno vicino a Petrelle ed uno in località Palazzone, per circa 10mila polli all’anno. Gli addetti sono 2”.
Luciano Domenichini, consigliere del Gruppo Misto, ha ricordato “le molti fonti di inquinamento contro cui gli abitanti di Petrelle si sono trovare davanti. Ed ora sono di nuovo daccapo. Quando chiuse l’allevamento suino, Petrelle si è ripopolata e riqualificata con molti residenti stranieri. Ci saranno anche problemi di transito: come faranno i Tir a fare manovra. Inoltre questo insediamento di carne viva sarà un richiamo per gli animali carnivori: lupi, volpi, cinghiali…”. Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, ha chiesto “la valutazione della ASL, nella valutazione oncologica ci sono punti di rischio. La pollina è cancerogena e volatizza, avete fatto disbocare tre ettari di bosco per metterci i polli”.
Marta Cerù a nome dei residenti di Petrelle è intervenuta dicendo “abbiamo saputo per caso che la pratica era ripartita. L’Amministrazione ci aveva dato garanzie. C’era un filo diretto che ad un certo punto si è spezzato. Ma se sul piano regolatore il Comune lo cataloga come avicolo come fa la Regione a dire di no? Inoltre la viabilità non c’è per i mezzi pesanti. A due chilometri, c’è la Toscana, la chiameremo in causa per la strada cortonese. Il transito genererà smog, polveri e gli allevamenti chiusi con le aperture sono i più inquinanti, in Europa li stanno chiudendo. Siamo in pieno Covid e stiamo disboscando per dare pascolo ai polli, chi ha autorizzato il disboscamento? Nel primo progetto c’erano 7000 polli e 12 ettari. Ora 14mila e forse 28mila. Quel territorio prima era boschivo come è diventato agricolo?”. Lucia Bonucci, responsabile di Servizio Attività produttive e salvaguardia ambientale, ha detto: “L’imprenditore ha aggiustato il tiro ed ha ampliato il perimetro. Hanno aumentato gli ettari. L’allevamento non può stare in aree disboscate ma può stare nel bosco, dicono le leggi”. Alessandro Tetragoni, in rappresentanza dei residenti, ha aggiunto: “Ci siamo informati dai medici questi allevamenti sono devastanti e saranno a poche centinaia di metri da tante persone. Siamo al profitto di uno contro la distruzione della Valle. Il Comune dovrebbe difenderci: abbiamo anche il diritto a non ammalarci”. Massimo Mariangeli, presidente del Comitato Ambiente Salute Calzolaro – Umbertide – Trestina – Alto Tevere sud, ha difeso “la protesta degli abitanti di Petrelle. In una riunione il sindaco aveva dato garanzia che non ci sarebbe stato nessun allevamento. Dopo due anni e mezzo l’attività è andata avanti. La invito a pianificare il territorio perché nel prg il Comune ha introdotto una variante per autorizzare l’allevamento”. Il presidente Luciano Tavernelli è intervenuto comeconsigliere per dire che “due anni fa abbiamo denunciato la possibilità di questo progetto, abbiamo fatto in commissione prescrizioni importanti. Se il progetto rispetta tutte le leggi non possiamo imporci. Faremo verifiche in loco come in altre circostanze”. Federico Picchi, per l’Ufficio PRG, ha precisato che “Non c’è stata variante al prg ma le attività zootecniche non erano nello strutturale. La regione ci ha dettato norme di distanziamento dai nuclei abitati e noi abbiamo fatto una griglia, un censimento. Nella carta del PTCP del 2000 era già impianto avicolo”. L’assessore all’Ambiente Massimo Massetti ha detto: “Nessuno agli abitanti di Petrelle ha detto che non sarebbe stato fatto mai. Allora non sarebbe stato fatto. In quella vallata c’è un allevamento a ridosso del castello, uno prima di arrivare a Petrelle, uno di fagiani in zona. Non è una vallata incontaminata dal punto di vista zootecnico. Li vicino c’era un impianto di tiro a volo realizzato d’accordo con i cittadini, poi è cambiata la situazione e, nonostante gli investimenti, il privato ha dovuto chiudere”. Il sindaco Luciano Bacchetta ha concluso dicendo che “Condivido le preoccupazione dei cittadini di Petrelle. Due anni fa avevamo scoperto che la Regione aveva dato il via libera a questo progetto e lo bloccammo perché la documentazione non era sufficiente. Il progetto anche oggi mi lascia molto perplesso. Ci sono attività che hanno un impatto, ad esempio odorigeno, ma che hanno anche una ricaduta occupazionale importante. A Petrelle saranno occupate una, due persone. Si candida a diventare un caso simile per alcuni aspetti a Colorglass: rispetto delle leggi ma situazione che suscita dubbi. Ho concordato una riunione per martedì a Petrelle. Spero che alla fine prevalga il buon senso e si trovi una soluzione. Anch’io mi sono posto il problema della viabilità: la strada di Petrelle è stata riqualificata da poco. Dobbiamo creare le condizioni perché i cittadini del luogo non vivano una condizione di disagio ma non c’è stato mai nessun atto finalizzato a favorire quell’insediamento. L’azienda voleva venire in assemblea ma prima è meglio confrontarci”.
CDCNOT/20/09/23/COMINLINEA/369/SSC

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