Allevamento di Petrelle in consilglio comunale a Città di Castello: se ne è parlato giovedì 3 dicembre 2020, con un’interpellanza del consigliere del Gruppo Misto Marcello Rigucci, che ha letto un articolato documento in cui “dato un quadro generale degli effetti collaterali dell’allevamento e della configurazione che assumerà in particolare il tipo di recinzione prevista, lo smaltimento degli animali deceduti, l’impatto nella natura circostante, i danni sono notevoli e di diversa natura. I cittadini devono sapere che cosa produrrà sia dal punto di vista della proliferazione della fauna selvaggia, delle produzioni odorifere. Ci sono studi e pronunciamenti di molte Agenzie regionali per la protezione ambientale in questo senso. Chiedo quale è stato il motivo della concessione dell’autorizzazione, creando un precedente, mentre altre sono pervenute prima in commissione e in consiglio? Chiediamo l’annullamento della concessione e di portare la domanda in commissione Assetto del territorio”.
L’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini ha risposto: “La richiesta di Energala è stata affrontata con molta accuratezza. La prima volta non abbiamo dato autorizzazione, la seconda volta alla presentazione del progetto abbiamo richiesto integrazioni documentali e elementi di dettaglio sul processo, sulla recinzione si è prescritto un colore che si mimetizzasse con l’ambiente ed ha avuto il via libera della Commissione ambientale e della Soprintendenza. Sullo sviluppo dell’allevamento e la salute dei cittadini, il comune non è l’unico soggetto che autorizza, anche molti altri enti hanno voce vincolante in capitolo, tra questi la ASL, che ha autorizzato. Abbiamo fatto incontri con la popolazione della zona, si è costituito un Comitato. Dobbiamo rispettare la legge e se il Comitato avesse avanzato rilievi, li avremmo valutati. Il comune ha avuto una grande attenzione su questo fascicolo, consci delle problematiche che poteva sollevare”.
Marco Gasperi, capogruppo del Gruppo Misto, ha detto: “Tra qualche anno questo caso si trasformerà in una nuova Colorglass. Ci vuole una presa di posizione non solo del sindaco ma serve una commissione che affronti la questione e la richiesta di intervento a Arpa per il recinto elettronico e a chiarimento del benessere dei cittadini”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia: “L’Amministrazione l’ha voluta gestire come rapporto diretto senza coinvolgere il consiglio. Non si può andare dai cittadini a dire ricorrete al Tar, l’Amministrazione comunale ha ed aveva possibilità di intervenire e lo sapeva anche prima dell’approvazione del prg. La destinazione non è stata cambiata ed ha permesso a questi soggetti di insediare l’allevamento. Siamo di nuovo al punto di sperare che la pressione dei cittadini, come per Colorglass, faccia desistere l’imprenditore? I cittadini vogliono la soluzione ai loro problemi, non risolverseli da soli”. Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha detto: “Abbiamo ritirato due autorizzazioni e credo che ancora nulla è stato realizzato come insediamento. La Commissione può fare un sopralluogo quando verrà fatto l’insediamento. Se vogliamo paragonarla alla Colorglass, i dati fuori norma hanno determinato prescrizioni così cogenti da far preferire il trasferimento. Chiederemo anche ad Arpa ed ASL di fare controlli. Anch’io ho dubbi, tra cui se potevano non concedere l’autorizzazione. Ma il progetto è costruito su misura della legge regionale. Anch’io penso che avremmo dovuto passare in Commissione”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha detto: “Nella riunione con la popolazione, l’Amministrazione ha detto che questo progetto non sarebbe stato fatto. Rassicurati i cittadini e i rappresentanti politici, si portava avanti il prg senza cambiare destinazione. L’errore politico è stato rassicurare la popolazione ma qualificare il luogo come pollificio e non lo era”.
L’assessore Cestini ha aggiunto: “L’Amministrazione ha affrontato la questione in maniera trasparente, ha avuto dei ritardi solo nel lock down. Il primo progetto non lo abbiamo approvato e non è stato fatto. Abbiamo fatto le pulci all’ultimo progetto. Nel 2011 il sito era già censito come stalla ed era già stato autorizzato l’impianto fotovoltaico. Se le stalle da suini sono passate e pollame forse perché era meno impattante. La mediazione con la popolazione la facciamo. Ognuno dovrà controllare che il progetto venga realizzato come autorizzato. In Italia non ci sarebbe nessun allevamento se gli scenari che creerebbe fossero necessariamente quelli delineati da Rigucci”. Nella replica Rigucci ha detto: “Non avete rispettato la Costituzione, non c’è regolamento comunale che prevede le recinzioni mobili. Io mi sono consultato prima di scrivere il documento. Alla popolazione di Petrelle viene creato un danno vero e proprio. Siccome nelle altre regioni si stanno muovendo per rimuovere le attività, vanno nelle Regioni dove non c’è regolamento per l’allevamento. Le recinzioni mobili servono per coprire il territorio boschivo altrimenti non avrebbe terra sufficiente per 30mila polli. Non recintiamo i boschi. Il passaggio per gli animali ci deve essere: ne se entrano volpi e faine, i polli vengono sterminati, oppure essere vettori con il piumaggio di malattie”.