Allarme di Confartigianato Arezzo: c’è chi ha perso quasi un terzo del volume d’affari e non ha nessuno sconto fiscale. Ristori quater con due falle pericolose, dimenticate le Start-up e il 33% di fatturato è la ghigliottina delle aziende

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Due falle. Pericolose perché lasciano senza sostegno moltissime imprese. Le due falle sono all’interno del decreto Ristori quater che prevede sostegno delle partite Iva che hanno subito perdite di fatturato consistenti: Il nuovo Ristori sospende, infatti, gli acconti Irpef, Ires e Irap del 30 novembre, il versamento Iva e le ritenute sui lavoratori dipendenti del 16 dicembre, l’acconto Iva del 27 dicembre. Tutti questi pagamenti sono rinviati ad aprile 2021 e rateizzati. Avranno però diritto a queste agevolazioni le imprese e le partite Iva con fatturato non superiore a 50 milioni e che hanno subito perdite di almeno il 33%, calcolate sul primo semestre 2020 rispetto al primo semestre 2019.

E sono qui che si segnalano le suddette falle, secondo l’allarme lanciato da Maurizio Baldi, Dirigente di Confartigianato Arezzo: “Una gravissima dimenticanza – spiega ancora – riguarda le Start-up, visto che, se da una parte una buona percentuale di queste ha avuto risultati positivi, avendo scelto di lavorare nell’ambito dell’innovazione, dall’altra vi sono molte imprese appena nate, appunto start-up, che operano in ambiti più tradizioni, che quindi si sono trovate in gravissima crisi, che non hanno uno storico tale da poter calcolare la percentuale di perdita e che quindi si trovano escluse da qualsiasi sostegno”.

“Per queste imprese – insiste Baldi – andrebbe trovato il modo di arrivare ad un sostegno efficace, proprio per non stroncare sul nascere aziende che tra l’altro hanno spessissimo una forte componente legata al lavoro e all’occupazione giovanile”.

Poi la seconda, pesantissima falla: “Appare gravissimo – spiega ancora Baldi – l’errore di aver previsto una sola percentuale-ghigliottina, quella del 33% di calo per fatturato per poter accedere al sostegno. Sotto il 33% nulla”.

“Quindi – approfondisce il rappresentante artigiano – anche imprese che hanno avuto, ad esempio, un 30 per cento di calo, che certo non è cosa da poco, devono pagare tutte le imposte e questo non appare giusto. Sarebbe stato meglio immaginare una serie di scaglioni a fasce di calo di fatturato, in modo da poter avere almeno un recupero parziale da parte delle imprese che sono arrivate magari a sfiorare il 33% di calo. Anche perché queste, di fatto, hanno preso alla fine una doppia mazzata: hanno comunque perso quasi un terzo del loro fatturato e malgrado ciò devono effettuare il pagamento di tutte le imposte. Siamo di fronte ad una disparità di trattamento che appare inaccettabile”.

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