Montone: cento candeline per nonna Maria. Gli auguri del sindaco Rinaldi e del suo vice Rosini a nome di tutta la comunità

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Una vita sempre attiva e il voler bene a tutti, questa è la ricetta che ha portato nonna Maria, cittadina di Montone, alle cento candeline.
Il borgo arietano da ieri ha una nuova centenaria, in questo giorno così importante nelle parole della festeggiata risuonano fortemente quei sani valori di un tempo e la capacità di mettersi in gioco senza mai arrendersi, che oggi costituiscono le fondamenta per una vita ben riuscita.
Un traguardo importante che anche il sindaco di Montone, Mirco Rinaldi, e il suo vice, Roberta Rosini, hanno voluto celebrare, in modo ristretto e nel rispetto delle norme anti-Covid, nella sala consiliare del Comune, consegnando una targa ricordo e un mazzo di fiori all’arzilla nonnina.
Maria Biccheri, nata il 17 gennaio 1921, è cresciuta in un piccolo podere nei pressi di Pietralunga all’interno di una famiglia numerosa, con ben dieci figli.
“Fin da piccola – racconta Maria – ho dovuto adattarmi alla vita di campagna trascorrendo poche giornate a scuola e molte nei campi a parare il gregge di pecore al pascolo. La morte di mia madre, quando avevo solo otto anni, mi costrinse a crescere in fretta, dovevo accudire le sorelle più piccole e occuparmi della casa, dato che mio padre, una persona molto affettuosa, lavorava molto per provvedere alle necessità della famiglia”.
Nonna Maria arriva a Montone dopo il matrimonio con Arduino dal quale ha avuto due figli, Giuseppe e Dina. Una donna forte e tenace, che si è sempre dedicata alla famiglia e al lavoro, svolto non solo nelle vicinanze del paese, ma per un limitato periodo anche in Francia per la raccolta stagionale nei campi.
“La perdita prematura di mio figlio quando aveva solo 33 anni – continua la dolce nonna – mi ha fatto soffrire molto, è stato solo il grande amore per i miei nipoti Michela, Valentina e Cristian che mi ha fatto comunque andare avanti. Mi sono occupata di Michela sin da quando era piccolissima, viveva in casa con me e mi ha aiutato molto a superare la mia solitudine. Una grande fortuna per me è stata quella di vedere nascere e crescere le mie pronipoti: Elisa, Giulia, Emma e Matilde. Le uniche cose che faccio oggi per mantenermi in salute sono pregare il buon Dio, mangiare un po’di tutto, fare tante passeggiate e giocare a carte con la mia amata badante Elena, che mi accudisce ogni giorno con tanto amore”.

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