Aprendo i lavori il presidente Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra, ha introdotto la presidente Andreina Ciubini e i membri del CDA di Muzi Betti – il vicepresidente Eugenio Bruschi, Agnese Dini, Goretta Morini, Vincenzo Minciotti, e del responsabile Covid della struttura Ascanio Graziotti. Ha precisato il carattere interlocutorio della seduta, “Non vogliamo accusare nessuno, i virus sono difficilissimi da controllare”, dando la parola a Luciana Bassini, assessore ai Servizi Sociali: “La Muzi Betti è una struttura importante, tutto quello che è stato messo in campo è stato secondo le regole e so perfettamente che si è sempre adeguata alle direttive. Avete fatto un lavoro eccellente e non merita dita puntate”.
Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, ha ricordato la storia della Muzi Betti, paragonandola al valore di Tela Umbra. “Chiedo che una parte del Lascito Mariani venga dato a Muzi Betti e un cinque per cento delle Farmacie comunali. C’è stato lo spopolamento di personale a seguito del bando delle ASL. Il Prosperius ha gli stessi problemi”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha detto: “Non si vuole fare processi, cercare capri espiatori. Ma se l’Umbria rimarrà arancione la prossima settimana è anche per i contagiati di Muzi Betti. Dobbiamo rispondere a precise domande: prima, c’erano o no altri casi di Covid interni, contiguità anziani psichiatrici è sicura? Serve sapere se ci sono state colpe di tipo giuridico o protocolli sbagliati perché non riaccada. Quanti sono i decessi? Se prima si portava l’esempio preclaro della Muzi Betti, adesso dobbiamo capire perché si sono sviluppati i contagi”.
Il sindaco Luciano Bacchetta ha ringraziato i presenti e precisato che “I dati del mio bollettino vengono dalla ASL. E’ di oggi la notizia di due focolai nelle strutture per anziani di Umbertide e Magione. La nostra asp è l’unica che non ha mai chiuso. Non c’è mai stato trionfalismo. Io ho sempre detto che eravamo fortunati perché il virus tra gli ospiti della Muzi Betti avrebbe avuto effetti gravi”.
Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha detto: “Per un contatto casuale con Muzi Betti, tendo a pensare che qualche errore c’è stato. Uno sulla comunicazione: se Città di Castello doveva andare al TG1 non sarebbe dovuto essere per due citofoni su una vetrata. A mio avviso è anche sbagliato dire che ci sono altri focolai per farlo sembrare normale”.
Cesare Sassolini, capogruppo Forza Italia, “Non siamo una commissione inquisitoria che cerca colpevoli. 100 contagiati e numerosissimi morti non è accettabile né è accettabile la gara al peggio con le altre strutture. Sui toni trionfalistici sono d’accordo con Vincenti: abbiamo mandato al TG1 quello che avremmo dovuto fare nella normalità Ritengo doverose le dimissioni della presidente, non perché colpevole ma perchè nominata dalla politica, fortemente voluta dal sindaco”.
Tiziana Croci, consigliere del PSI, ha detto: “Faccio i complimenti alla struttura perché ad oggi è stata creata una zona bianca per tutti i pazienti negativizzati. In questo anno maledetto, stiamo uniti per lavorare insieme”.
Vittorio Massetti, consigliere Italia Viva, ha detto: “Sono d’accordo con gli inviti a non politicizzare e parto dai complimenti a tutto lo staff della Muzi Betti”.
Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha aggiunto: “Troppa pubblicità, esagerazioni dell’informazione, troppi eventi, che credo servissero a dimostrare vicinanza, tutto quello che è stato fatto è stato fatto bene e imputare colpe è grave. Buon lavoro al CDA e coraggio al personale e alle famiglie”.
Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha detto: “Non possiamo chiedere le dimissioni di chi oggi deve affrontare i problemi. Successivamente se emergessero criticità maggiori, può esserci una valutazione. Ma voglio sapere quali sono le criticità di Muzi Betti. Qual è il piano di emergenza?”.
Marco Gasperi, capogruppo del Gruppo Misto, ha detto: “Non possiamo fermarci alla fatalità. Questo si può capire solo in una commissione di inchiesta, analizzando i protocolli. Nessuno vuole il patibolo per la presidente Ciubini. L’unica colpa è non aver ancora fatto la commissione d’inchiesta. Anche interna al CDA. L’alzata di scudi è un messaggio sbagliato”.
Filippo Schiattelli, capogruppo dei Civici per Città di Castello, ha detto: “Come saprete questa vicenda mi tocca personalmente. Oggi è il momento dell’unità, perché i nostri anziani stanno vivendo un momento difficile e la politica deve dimostrare di aver fatto in passato e di fare in futuro un servizio. Ringrazio la presidente che sta ricoprendo un ruolo difficile e le chiedo che cosa ha fatto la politica. Il citofono è un aspetto prioritario perché si muore di Covid ma anche di mancanza degli affetti.”.
Gaetano Zucchini, capogruppo dei Democratici per Città di Castello, ha detto: “Lavoriamo perché la politica accompagni il superamento nella prospettiva futura perché dobbiamo difendere il patrimonio umano che ospita. Noi facciamo politica e possiamo vedere se ci sono lacune grossolane che anche un politico le può vedere. E dato che è stato citato il Lascito Mariani, darò il mio contributo”.
Letizia Guerri, consigliere del PD, ha ringraziato il presidente e il CDA Muzi Betti: “Teniamo fuori le campagne elettorali, soffiare sulle paure e sulle insicurezze è politicamente poco responsabile. A fronte delle criticità notate anche da Lignani e che hanno visto intervenire nei mesi tante associazioni locali, chi ha la competenza, il sistema sanitario regionale, ha supportato nella maniera dovuta?”.
Il sindaco Luciano Bacchetta ha precisato: “Dico a Vincenti non c’è stato mai nessun atteggiamento trionfalistico, le iniziative erano finalizzate alla solidarietà agli anziani. Uno degli aspetti è quello psicologico ed umano per l’isolamento. Il problema finanziario è principale. L’aumento della retta ci vuole ma non può gravare sulle famiglie degli ospiti. C’è appena arrivata oggi la comunicazione che la Regione è disponibile ad utilizzare il Lascito Mariani. E’ stata istituita una commissione paritetica tra Asl e Comune per parlare di Casa della salute e Muzi Betti. Solo la Regione può fare un intervento di sistema”.
Il direttore sanitario Antonio Moni e quindi il responsabile COVID Ascanio Graziotti hanno detto: “L’applicazione delle linee guida è stata a norma di legge. Nell’ultimo dispositivo della Regione, per la ripresa pandemica, è stato disciplinato ingresso dei parenti e dei servizi di fisioterapia e animazione della struttura. Ad agosto abbiamo sospese le visite, prima dell’emanazione ufficiale. Abbiamo mantenuto aperti i servizi di fisioterapia e animazione. Se oltre ai parenti avessimo tolto la socializzazione e la fisiologia gli effetti sarebbero stati dannosi. Ad Ottobre abbiamo toccato il tetto massimo di 98 ospiti. Le tamponature quindicinali riguardavano 170 persone. Le difficoltà non era la mancanza di protezioni individuali ma che dovevamo pagarcele. L’assunzione massiccia di personale infermieristico ci ha fatto perdere in pochi giorni il 40% del personale, ora recuperato, anche se non credo che sia la causa del focolaio, quanto alcune criticità del sistema. Abbiamo problemi di gestione come tutte le strutture con pazienti psichiatrici per le norme di sicurezza. Alcuni sono con noi da 20 anni. Il lavoro che fa la Muzi Betti è certificato dal sistema regionale Atlante. Muzi Betti è la più grande residenza protetta dell’Umbria ed essendo sempre piena risponde ad una esigenza. La rsa non è sinonimo di residenza protetta. Pensiamo in continuazione dove possa essere stata la falla: da agosto non è entrato più nessuno se non nel fine vita e dopo il triage e solo a dicembre per un paziente negativo. L’ultimo paziente entrato, a metà dicembre, ha fatto un isolamento di 14 giorni. Il problema vero è che non abbiamo garanzie per il futuro. Non abbiamo livelli immunitari né per operatori né per pazienti. I dati di oggi: 10 negativi , 7 vaccinati e 3 colpiti da Covid, 12 all’ospedale 3 a Villa Muzi, 3 con tampone indeterminato, 23 positivi, 29 negativizzati, 10 pazienti deceduti per Covid e 2 deceduti negativi”.
Daniela Felicioni, responsabile del Distretto della ASL Umbria 1, ha ripercorso la storia del Covid in Umbria: “In tutte le fasi Covid, la Regione ha elaborato procedure, seguiamo ancora quella di aprile, sulla base della quale sono stati elaborati protocolli operativi. La Muzi Betti li ha sempre rispettati. Abbiamo vigilato e controllato e lo loro attività è stata assolutamente lineare. La struttura ha tenuto la guardia alta, con campagne di screening periodici, da ultimo con tamponi molecolari. Il 15 dicembre non avevamo casi positivi. A Novembre avevamo avuto 2,3 casi tra gli ospiti e 2 operatori che si erano risolti in qualche settimana. Per quanto riguarda il focolaio dello screening 28,29,30 c’è stata un’esplosione del contagio. Gli ingressi dei pazienti sono stati fatti con due tamponi a distanza di cinque giorni e una fase di osservazione prima del contatto con gli altri”.
Il presidente Andreina Ciubini Ciubini, ha ricordato “Al 15 dicembre era tutto a posto e dal 29 di dicembre le cose sono cambiate: 11 ospiti con sintomi lievi sono all’ospedale di Città di Castello grazie a sindaco rimasti qui, poi i nuclei Covid per il mantenimento di tutte le attività assistenziale. Grazie di cuore a tutti gli operatori, che in questi mesi hanno lavorato senza mai guardare l’orario. Poi i successivi ricoveri all’ospedale e a Villa Muzi in collaborazione con la ASL. In questi ultimi tempi nessuna parla più delle rsa. Vorremmo avere un confronto con la regione. Cerchiamo di mettere in pratica queste cose di cui ci riempiamo la bocca. Aiutiamola il più possibile, cento persone positive sono tante ricordate anche che all’interno della strutture ci sono 180 persone.
Il vicepresidente Eugenio Bruschi ha aggiunto “Come consiglio di amministrazione abbiamo già fatto la commissione di inchiesta interno, abbiamo fatto tutto il possibile, ci dispiace per le persone che ci hanno lasciato. A Sassolini voglio chiedere perchè che ogni volta che si parla della Muzi Betti chiede le dimissioni della presidente Andreina. Prima di chiedere le dimissioni bisogna conoscere i fatti”.



