Sono state luci della speranza quelle accese ieri sera al Teatro comunale degli Illuminati. La speranza del mondo dell’arte e della cultura di riappropriarsi di spazi di espressione chiusi da molto tempo per l’emergenza da Covid-19 e di tornare ad avere spettatori per i quali esibirsi, un lavoro da svolgere, traguardi da raggiungere. “L’adesione del Comune all’appello ‘Facciamo Luce Sul Teatro!’ lanciato dall’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo (U.N.I.T.A.), che ha recepito la proposta dell’associazione Castello Danza ed è stata possibile grazie alla disponibilità del gestore Sogepu, ha segnato una nuova presa di coscienza, dopo la recente iniziativa ‘Mi manchi come un concerto’ ideata da Edoardo Guarducci di Atmo, della necessità di salvaguardare il patrimonio artistico e culturale che, con i suoi posti di lavoro, con le sue attività, il suo pubblico, è fortemente penalizzato anche a Città di Castello dai divieti imposti dalle misure di contenimento del contagio”, ha ribadito l’assessore alla Cultura Vicenzo Tofanelli.
“Per quanto riguarda il Teatro degli Illuminati siamo pronti a riaprire anche subito – evidenzia l’assessore – grazie agli investimenti per circa 100 mila euro di Sogepu, che hanno completamente riqualificato la struttura, a beneficio del comfort degli spettatori, ma anche della qualità acustica e illuminotecnica”. A dare voce a un appello che rispecchia i destini di tante persone sono stati la presidente dell’associazione Castello Danza, Maria Cristina Goracci, e il presidente dell’associazione culturale Medem, Mauro Silvestrini, che si sono ritrovati davanti alla facciata illuminata del Teatro comunale degli Illuminati, testimoniando con la loro presenza fisica anche la condivisione e la vicinanza dell’assessore Tofanelli, impossibilitato a partecipare per un impegno istituzionale, e dell’Associazione Festival delle Nazioni di Città di Castello, che ha pienamente appoggiato gli obiettivi della mobilitazione nazionale.
“Le luci che abbiamo acceso stasera in questo difficile momento devono spingere a fugare le molte ombre legate al Covid-19, un’emergenza che anche nel nostro territorio ha creato una situazione di grave pregiudizio e incertezza per tutti coloro che operano nell’ambito dello spettacolo dal vivo, dagli artisti alle maestranze, fino alle scuole di danza come le nostre, che hanno nel teatro il loro fulcro espressivo”, ha sottolineato Goracci, facendo proprio l’appello a tornare a parlare di spettacolo dal vivo e a programmare la riapertura in sicurezza dei teatri che l’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo ha inteso rivolgere al Governo, alle istituzioni e alle comunità locali con l’iniziativa. In segno di condivisione della mobilitazione, Castello Danza ha esposto ai piedi del portone di ingresso del teatro i simboli della professione: un tutù e delle scarpe da punta. “Noi non ci siamo mai fermati, cerchiamo di garantire con passione, ma anche importanti sacrifici economici per tenere aperti i nostri spazi, l’attività in presenza dei nostri giovani che sono impegnati nei concorsi di interesse nazionale, molto limitata e nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19 – ha spiegato Goracci – e assicuriamo le videolezioni ai nostri allievi, per non spezzare il legame con la danza che la lontananza dalle nostre scuole mette a repentaglio”. Le ore passate al computer per la didattica a distanza degli istituti di ogni ordine e grado e le difficoltà a danzare, a seguire le lezioni negli spazi domestici, in questi mesi hanno purtroppo allontanato allievi dalla formazione coreutica, creando un danno nel danno ad attività già fortemente penalizzate sotto il profilo economico, con spese comunque da sostenere senza la possibilità di produrre alcun reddito. Le sei scuole di Castello Danza (Academy Ballet, Diamante Danza, Duse Art, Scuola Danza Lama, Studio Danza Giubilei, Zona 10 Danza), che raccolgono circa 700 allievi di Città di Castello e del comprensorio, aspettano un segnale di attenzione dalle istituzioni preposte, che consenta loro di avere un orizzonte e poter ricominciare.
“Abbiamo già in cantiere progetti per la primavera, per l’estate e il prossimo autunno, collaborazioni definite e una programmazione precisa, che hanno bisogno solo del via libera per la ripresa dell’attività nelle nostre scuole, all’interno dei teatri”, afferma la presidente di Castello Danza, nel sottolineare: “progettare in tempi di fermo significa poi produrre in tempi di ripresa e tutte le iniziative che stiamo mettendo in campo sono frutto della volontà di intraprendere un percorso di programmazione, di attuazione delle nostre competenze e delle nostre capacità”. Anche per gli attori di teatro i mesi di emergenza sanitaria sono trascorsi all’insegna dello studio e della progettazione a distanza, in videochiamata, nell’attesa di tornare sul palcoscenico. “E’ triste trovarsi davanti a un teatro chiuso, chiuso da tanto tempo”, ha ammesso Silvestrini, nell’esprimere l’auspicio che “la situazione sanitaria migliori prima possibile e che immediatamente dopo vengano create le condizioni per riaprire i luoghi della cultura”.
“L’uomo non è solo salute fisica, ma anche salute mentale, benessere legato agli stimoli della cultura, che da molto tempo si sta facendo da parte”, ha osservato il presidente dell’associazione Medem, che ha aggiunto: “è ora di pensare di rimettere qualche piede sul palcoscenico, qualche spettatore in platea e tornare a fare un po’ di spettacolo, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza: noi siamo pronti”.