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Inarsind al Governo: prolungare al 2024 gli effetti del Superbonus 110%

“Il Decreto rilancio, con superbonus edilizio, ha dato una spinta eccezionale all’edilizia residenziale, in un momento estremamente critico per l’economia italiana” ma Inarsind, associazione sindacale nazionale che riunisce Architetti e Ingegneri liberi professionisti non può non sottolineare come “questa spinta, a causa delle tempistiche ristrette, abbia anche causato alcune distorsioni importanti al mercato e criticità nel processo”.

Inarsind, con la parole del segretario nazionale, l’architetto aretino Marco Becucci – propone allora “una diluizione dei tempi per la realizzazione di questo importantissimo processo di riqualificazione, processo che porterà l’Italia a risolvere le grandi criticità del patrimonio immobiliare, riducendo i rischi per la salute e la sicurezza, i consumi energetici favorendo l’emersione di una rilevante quota del mercato sommerso”.”.

“Il prolungamento dei termini per l’esecuzione delle opere al 2024  – è la richiesta Inarsind –  consentirà anche a coloro che stanno adesso valutando gli interventi di portarli a termine senza forzare i tempi e dedicando il giusto tempo allo studio, alla progettazione, all’approvazione e all’esecuzione degli stessi e pensiamo anche alle aree geografiche dove i lavori possono essere eseguiti in brevi periodi dell’anno”.

E’ questo il contenuto principale di una lettera  – a firma del presidente nazionale Roberto Rezzola e del segretario nazionale Marco Becucci  – che la stessa Inarsindha inviato al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, al Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco e al presidente del Consiglio Mario Draghi, lettera nella quale si chiede appunto che il cosiddetto Superbonus 110% possa vedere la proroga per l’esecuzione delle opere edilizie fino a fine 2024.

“In questo modo  – secondo Inarsind –  si invoglieranno fortemente i proprietari degli immobili ad eseguire interventi di riqualificazione sismica ed energetica coinvolgendo professionisti, imprese edili e impiantistiche che da anni si trovano ad operare in un mercato asfittico e con ridotte prospettive dando certamente linfa al settore, perché allo stato attuale il tempo concesso per la realizzazione di questi interventi è limitato: la scadenza attuale è prevista per il 30 giugno 2022, prolungata al 31 dicembre solo per gli immobili delle aziende per l’edilizia economica popolare”.

E secondo Ingegneri e Architetti liberi professionisti “non si può pensare di riqualificare l’intero patrimonio immobiliare italiano in meno di due anni. Un patrimonio importante e che per anni non è stato sostenuto adeguatamente.

“Lo strumento adottato – spiega poi la lettera – ha di fatto generato una corsa alla riqualificazione, o meglio all’ottenimento di detrazioni fiscali, che, allo stato attuale, ha generato anche alcuni distorsioni tra cui un deciso aumento dei prezzi dei materiali, difficoltà nelle tempistiche per l’avvio dei lavori, il blocco di molti uffici edilizia privata comunali o il ritardo nell’approvazione dei progetti da parte degli stessi uffici, a causa dell’improvviso aumento delle pratiche presentate e del ridotto personale presente a causa dello smart working. Segnalate anche difficoltà nel reperimento di forza lavoro e un  forte rallentamento delle altre attività edilizie ordinarie, questo perché considerate meno interessanti e remunerative da parte delle imprese, con conseguenti problematiche generali allo sviluppo delle infrastrutture e dell’edilizia non residenziale”.

Ecco quindi i perché della richiesta al Governo di uno slittamento dell’efficacia del superbonus fino a tutto il 2024.

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