Il gruppo consiliare di Castello Cambia con un ordine del giorno, approvato all’unanimità durante il consiglio comunale di Città di Castello di lunedì 8 marzo 2021, ha proposto un’iniziativa pubblica per favorire l’assunzione di un impegno comune sulle infrastrutture a servizio dell’Alta Valle del Tevere da parte di tutti i soggetti istituzionali, sindacali e imprenditoriali interessati.
Il documento a firma dei consiglieri Vincenzo Bucci ed Emanuela Arcaleni, è stato presentato dal capogruppo Bucci: “Proponiamo che il sindaco e il presidente del consiglio comunale Francesca Mencagli di farsi promotrice nel più breve tempo possibile di una iniziativa che coinvolga in maniera diretta e operativa i parlamentari dell’Alta Valle del Tevere e della Valtiberina Toscana, le associazioni sindacali, imprenditoriali e i consigli dei Comuni interessati, non per fare il solito convegno che discuta di dettagli e di percorsi, ma per vincolare tutti i diversi protagonisti sociali ed economici ad un impegno comune per la realizzazione delle infrastrutture indispensabili, all’interno di un progetto complessivo capace di attirare le risorse del Recovery Fund anche in Altotevere, al fine di superare l’attuale isolamento del territorio”.
Nel richiamare il fatto che “la situazione di effettivo isolamento dell’Alta Valle del Tevere e della Valtiberina Toscana ha da tempo pesanti ripercussioni sulle attività socio-economiche di tutto il territorio”, Bucci ha detto “La ex Fcu, passata da pochi mesi alla Rete Ferroviaria Italiana, è ormai ridotta ad un vago ricordo di quello che fu la Ferrovia Appennino Centrale che collegava Perugia con Fossato di Vico e con Arezzo e dopo 134 anni dalla sua inaugurazione oggi registra pesanti tagli ed è attiva solo nella tratta Città di Castello-Ponte San Giovanni. La maggior parte del percorso è affidata agli autobus di Busitalia, mentre il treno viaggia ad una velocità inferiore ai 50 chilometri orari, cioè ad una velocità minore di quella dei treni di più di un secolo fa. Di fatto vengono negate tutte le motivazioni che portarono alla sua realizzazione, cioè collegare l’Umbria con la tratta ferroviaria adriatica e con la tratta centrale della Roma- Firenze e che, nella realtà delle cose, ogni progetto di ripristino della tratta Sansepolcro-Arezzo appare solo ideale chimera, così come la trasformazione della stessa Ex FCU in metropolitana di superficie, progetto tanto sbandierato quanto negletto.
La E78 Due Mari rischia di diventare una storica incompiuta, ma già è motivo di derisione per le popolazioni dell’Alta Valle del Tevere. Da più di 20 anni entra e esce dalle priorità infrastrutturali italiane, che suscita tonnellate di chiacchiere e centinaia di convegni e assemblee, fiumi di parole che per egoismi e miopie politiche, per strumentalizzazioni e incapacità, producono solo rinvii. La E78 è lunga 286 chilometri, tutti completati o in via di completamento a quattro corsie, mentre solo i 15 chilometri che traversano l’Umbria non sono stati realizzati. E’ del tutto inefficace, un progetto monco e imperfetto capace solo di ulteriore sperpero di denaro, l’attuale proposta di realizzare una corsia unica o una canna unica alla galleria della Guinza utilizzabile solo a senso alternato. La E45 da molti mesi occupa le cronache per il vergognoso stato di manutenzione in cui versa, contraddistinto da continue interruzioni e perenni lavori in corso che impediscono un collegamento sicuro verso l’Emilia-Romagna, mentre la mancanza di un raccordo con la Due Mari ostacola un collegamento utile con l’autostrada del Sole”.
Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha detto “ben venga il dibattito ma se già impegnano nella narrativa il punto di caduta le prospettive si limitano. Potrebbe essere una riunione e li potremmo fare un punto su tutte le infrastrutture”. Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha detto: “L’E45 c’è e ci investiranno ingenti fondi. Se i trasporti passano per Perugia va bene, perché dovremmo volere che i trasporti si fermassero a Città di Castello. Il raddoppio della Guinza non ha senso. Per avere la viabilità ci vuole domanda, che adesso può concentrarsi in e45 più sicura ma terza corsia non serve. Abbiamo problemi per andare al mare, ci sono le strade per arrivare sull’Adriatico. I flussi verso Fano sono privati non commerciali o economici. Dobbiamo completare raccordo con le Ville e avere raccordo con A1. Ora con le auto si arriva velocemente. In Trentino la ferrovia è stata trasformata in una metropolitana di superficie. Bisogna coinvolgere domanda ed offerta di trasporto”.
Giorgio Baglioni, capogruppo della Lega, ha detto: “La questione è annosa: perché progetti seri non sono stati fatti quando di Recovery Found ne arrivava uno all’anno. Parliamo ma avendo già un’idea della nostra soluzione, un contributo concreto. I cittadini hanno bisogno di risposte”. Mirko Pescari, capogruppo del PD, si è detto d’accordo con l’approccio di Lignani: “l’obiettivo è un confronto interistituzionale su come sia meglio superare l’isolamento. Le premesse sono però parte integrante dell’atto: su alcune valutazioni non tutti siamo d’accordo e si perderebbe condivisione ed autorevolezza. Asciughiamo il documento e teniamo il dispositivo”. Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra: “Siamo isolati, abbiamo bisogno di infrastrutture. Andiamo con forza a combattere per avere almeno il ripristino della FerroviaSansepolcro-Sant’Anna”.
Luigi Bartolini, consigliere dei Civici per Città di Castello: “Città di Castello aveva il Pil più alto dell’Umbria, perché siamo stati così penalizzati, Centro Fiere E 78. Il collegamento trasversale è stato fatto a Perugia e a Foligno non da noi. Nessuno si è mosso per la causa della Due Mari e della E45. Il problema è il collegamento con Marche e Romagna. La ferrovia c’è ma ho il dubbio che da un altro tavolo di concertazione escano fuori solo chiacchiere. Speriamo di no”. Gaetano Zucchini, capogruppo dei Democratici per Città di Castello, ha definita “giustificata la richiesta, bene convergenza dentro progetto condiviso non andiamo nello specifico. Lanciamo il cuore oltre l’ostacolo per mettere insieme tutti i soggetti decisori e della politica per mettere insieme energie e strategie che attraggono risorse economiche”.
Vittorio Morani, capogruppo del PSI, ha detto: “Lo sviluppo, il turismo e lo sviluppo del territorio passa per le infrastrutture. Una su tutte la e78. Forse non abbiamo santi in Paradiso ma io ricordo le parole del viceministro Nencini, che sosteneva la disponibilità subito di 100 milioni per terminare la strada entro il 2021. Il sindaco si è molto impegnato ma non è stato supportato dai politici di ogni colore seduti sulle grandi poltrone. Noi con altri abbiamo chiesto l’inserimento della FCU nello sfondamento a Nord. La FCU va inserita nelle priorità. Con il Ricovery Found arriveranno risorse per le infrastrutture”. Il sindaco Luciano Bacchetta ha detto: “La E78 potrebbe dividere così come altre valutazioni in premessa. Votiamo il dispositivo senza dividerci. Dobbiamo capire con interlocutori esperti anche quale sia lo stato dell’opera. La non realizzazione della Due Mari è dovuta alla contrapposizione tra Città di Castello e San Giustino. Chi non l’ha fatta fare allora, che patrocina la causa delle 4 corsie è strano. Sono responsabilità vere, reali e non possono essere ignorate. Votiamo il dispositivo per avere grande unità, dato che lo sfondamento a Nord è un sogno per tutti ma prima bisogna che a Perugia si arrivi in tempi accettabili. Prima ripristiniamo l’indispensabile.
Chiamiamo tutti i rappresentanti istituzionali, abbiamo 4 parlamentari, la percentuale più alta d’Italia, tecnici ed economici per un sistema infrastruttura moderno”. Nella replica Bucci ha accettato di emendare il testo, salvaguardando il dispositivo. Si di Pescari e Lignani, Vincenti (ma invitiamo anche tecnici ed operatori dei trasporti), Bartolini, Morani, Procelli.