“Salutiamo con viva soddisfazione e apprezzamento la scelta del Governo, a nome degli ingegneri e architetti liberi professionisti che rappresentiamo”. Lo afferma Inarsind in riferimento alla notizia che il Superbonus 110%, che tanto sta attirando l’attenzione degli operatori e dei professionisti impegnati del settore costruzioni, verrà prorogato fino a fine 2023.
A svelarlo è la bozza di Proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ovvero del Ricovery Plan nazionale, che l’Italia dovrà presentare entro fine aprile all’Ue per ricevere i fondi previsti dal Next generation Eu e destinati a finanziare la ripresa economica nel triennio 2021-2023. La proroga al 2023 è appunto contenuta nelle Schede Tecniche inviate dal Governo alle Commissioni di Camera e Senato. Non si tratta ancora, quindi, di notizia ufficiale ma sicuramente è un’indicazione chiara di quelle che sono le intenzioni dell’Esecutivo Draghi.
La soddisfazione di Inarsind nasce dal fatto che il Governo Draghi abbia accolto in questo modo, anche se in maniera parziale, la richiesta che la stessa organizzazione nazionale aveva espresso con un lettera di una settimana fa, inviata al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, al Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco e al presidente del Consiglio Mario Draghi, nella quale si chiedeva appunto che il cosiddetto Superbonus 110% potesse vedere la proroga per l’esecuzione delle opere edilizie fino a fine 2024.
“Lo slittamento a fine 2023 dell’efficacia del Superbonus 110% – spiega quindi una nota Inarsind .- rappresenta comunque un primo passo importante, e una proroga che consentirebbe intanto, anche a coloro che stanno adesso valutando gli interventi, di portarli a termine senza forzare i tempi e dedicando il giusto tempo allo studio, alla progettazione, all’approvazione e all’esecuzione degli stessi”.
“Si tratta – approfondisce Marco Becucci, ingegnere aretino segretario nazionale di Inarsind – di un’importante occasione per un autentico rinnovamento dell’intera economia nazionale che tanto dipende dal settore edilizio, e che consentirà di uscire dall’immobilismo, muovendo verso un nuovo assetto del territorio, una trasformazione ecologica delle città e delle infrastrutture, e anche un’efficace tutela dei beni. Per questo ci auguriamo che l’efficacia del Superbonus 110% possa poi essere prossimamente posticipata ancora fino a includere tutto il 2024”.