In una interrogazione il gruppo consiliare di Città di Castello, formato dal capogruppo Nicola Morini e dal consigliere Vittorio Vincenti chiedono informazioni rispetto alla Raccolta Civica ed in particolare “se l’Amministrazione abbia promosso tutte le iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio archeologico tifernate e ad individuare come sede definitiva di esposizione, dove ricollocare ed esporre i reperti che fanno parte del patrimonio archeologico nella disponibilità del comune.
Inoltre chiedono di organizzare e promuovere iniziative didattiche da sottoporre alle scuole locali, seminari e conferenze a tema sulla storia del territorio con l’auspicabile patrocinio della Soprintendenza Archeologica della nostra Regione, il recupero del patrimonio disperso, con il rientro a Città di Castello dei reperti attualmente esposti in altri siti”.
“In ben due distinte mozioni, presentate e approvate all’unanimità nel corso di questo mandato consiliare, il Consiglio comunale si è espresso a favore di un pieno recupero dell patrimonio archeologico tifernate e della cosiddetta Raccolta Civica” ricordano Morini e Vincenti “ Attorno alla fine degli anni ‘60 a Città di Castello si costituì un gruppo di studiosi e appassionati si dedicò in modo sistematico all’esplorazione degli strati geologici e del terreno di superficie e, all’esplorazione di grotte, caverne e ripari sotto roccia, oltre alle cave di sabbia durante i lavori estrattivi, alla ricerca di fossili e di qualsiasi traccia significativa della fauna che aveva popolato le sponde dell’antico lago Tiberino.
Furono numerosi ritrovamenti e portarono al rinvenimento di vari manufatti di pietra appartenuti all’uomo della preistoria che in vari periodi aveva abitato la nostra valle, oltre a reperti dell’età del bronzo e di epoca romana. L‘Associazione Protostorica e la Raccolta Civica accumularono una ricca collezione di reperti rari, specialmente per quello che riguardava l’ambito locale, decidendo che questo materiale, di indubbio valore storico e scientifico, non dovesse restare chiuso nei cassetti, ma che fosse utilizzato per portarlo alla conoscenza della comunità, di appassionati e studiosi e soprattutto dei giovani studenti delle Scuole di vario ordine, per acquisire maggiore consapevolezza del le proprie origini e della storia del territorio; a tal fine l’Associazione con grande generosità, decise di donare alla città il frutto di queste appassionate ricerche, per cui tutto il patrimonio confluì organicamente nella Raccolta Civica, collocata nei locali a pianterreno di Palazzo Vitelli a S. Egidio; l’attività del museo ebbe un avvio particolarmente felice che durò alcuni anni, durante i quali si registrò un’entusiastica partecipazione di scolaresche, di studiosi e visitatori, grazie anche all’organizzazione di alcuni eventi promozionali, tra cui l’adesione alla “settimana dei musei” e l’attuazione di mostre tematiche nell’ambito di iniziative turistico-culturali promosse dalla Regione Umbria.
L’Associazione Protostorica ottenne un finanziamento dalla Cassa di Risparmio di Città di Castello per effettuare degli scavi in località Campolongo di Antirata, dove le ricerche di superficie avevano permesso di rinvenire numerosi oggetti in pietra e di individuare un’area di notevole interesse archeologico. Nell’occasione fu il prof. Gian Luigi Carancini dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Perugia a coordinare gli scavi, riportando alla luce un villaggio di capanne risalente alla fine del neolitico (oltre 3000 a. C.); poi un senso di abbandono e forse di disinteresse verso il patrimonio archeologico, nel tempo ha prodotto gravi conseguenze sulla tutela dello stesso patrimonio archeologico tifernate ha favorito la dispersione, a favore di altre realtà dove intelligentemente, i nostri reperti di valore hanno arricchito le raccolte civiche, anche fuori regione.
Un pregevole mosaico romano rinvenuto nel centro storico della città, oggi risplende nella città di Gubbio, mentre gli straordinari reperti rinvenuti nella zona di Trestina/Fabbrecce alla fine del XIX secolo, costituiscono una delle sezioni di maggiore interesse del Museo Archeologico di Cortona. Non solo, ma alcuni dei reperti di maggior pregio (bronzetti rinvenuti nel territorio Tifernate), dopo l’esposizione in Pinacoteca come raccolta Civica, sono stati esposti dalla Sovrintendenza al museo civico di Perugia. Una proposta culturale di questo tipo, se adeguatamente sostenuta, andrebbe a costituire sicuramente un fiore all’occhiello per la città, a completamento del panorama museale che già propone spazi dedicati all’arte sacra, alla pittura medievale e rinascimentale e all’arte moderna, con i richiami specifici alla storia più antica e soprattutto alla preistoria del nostro territorio.
L’amministrazione comunale ha annunciato pubblicamente positive disponibilità per l’uso di locali, funzionali per un percorso espositivo e anche adeguati alle misure di sicurezza, richieste dalla sovrintendenza e da qui l’interrogazione sui tempi e i progetti a breve scadenza”.