La giunta regionale dell’Umbria ha confermato l’assenza di risorse per il commercio equo e solidale. Le motivazioni sono state espresse in maniera inequivocabile da parte dell’assessore regionale: il commercio equo non sarebbe una priorità e avrebbe concluso la sua funzione.Noi pensiamo l’opposto. Intanto, l’approvazione della legge in Umbria ha rappresentato e continua a rappresentare un importante elemento di civiltà e progresso non solo negli ambiti del consumo critico, della difesa dei diritti e della cooperazione, ma anche in quelli della valorizzazione dei prodotti locali. Dopodiché le questioni di fondo legate ai problemi e alle ingiustizie del sistema produttivo internazionale, a partire dal ruolo delle multinazionali, non ci sembrano né risolte, né superate. Tutt’altro. Certo, dall’attuale Giunta leghista e destrorsa non c’era da aspettarsi niente di diverso. Per noi, invece, continuare a sostenere il commercio equo e solidale significa costruire risposte concrete allo strapotere dei giganti economici mondiali, per combattere la povertà e puntare su un nuovo sistema di sviluppo. Sono tante le realtà che in Umbria lavorano in questo settore: dalle botteghe alle associazioni, dalle manifestazioni al volontariato. Un tessuto culturale e sociale davvero prezioso l’Umbria. Per questo chiediamo alla Giunta regionale di provvedere al rifinanziamento della legge. Per parte nostra proveremo a condividere nei consigli comunali mozioni che impegnino le giunte locali ad intervenire presso la Regione affinché il commercio equo e solidale continui ad essere strategico anche per la nostra regione
Mancato finanziamento del commercio equo e solidale in Umbria, Rifondazione: “Ci opponiamo a questa decisione dannosa e sbagliata”
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