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Fiori d’arancio in Pinacoteca fra le opere di Raffaello e Signorelli. Gioia Ceccagnoli e Michele Bianchi hanno pronunciato il fatidico “si” nello splendido scenario del salone nobile del palazzo della cultura e dell’arte

Fiori d’arancio in Pinacoteca fra Raffaello e Signorelli, location unica con vista sul giardino rinascimentale di rara bellezza. E’ la sede che hanno scelto, Gioia Ceccagnoli e Michele Bianchi per pronunciare il fatidico “si” in rigorosa osservanza delle normative vigenti in materia di contenimento della pandemia. Nel prestigioso piano nobile della Pinacoteca (dove si respira un’aria elettrizzante in vista del taglio del nastro della mostra su Raffello Giovane in programma il prossimo Settembre), affrescato da Cola dell’Amatrice con scene di battaglia dei più grandi condottieri, il consigliere comunale ed amico, Filippo Schiattelli, con tanto di fascia tricolore, affiancato dalla responsabile del Servizio Anagrafe e Stato Civile del Comune di Città di Castello, Daniela Salacchi, ha unito in matrimonio, l’avvocato Michele Bianchi, direttore generale della Tiferno 1919 e la gentile consorte, Gioia Ceccagnoli, elegante e bella più che mai sotto lo sguardo della figlia, la piccola Beatrice e quello visibilmente commosso di familiari e amici stretti a partire dal padre dello sposo, avvocato Roberto Bianchi (neo-cavaliere al Merito della Repubblica) dal figlio e fratello Gianmarco, anch’egli avvocato e sportivo, dai genitori della sposa, Irene Calderini e Franco Ceccagnoli, dai fratelli Alessio e Moreno. Particolarmente emozionati ed orgogliosi di partecipare ad un evento cosi’ importante in una sede “mozzafiato” anche i testimoni, Pietro Tasegian e Marco Magalotti per lo sposo e Alice Ceccagnoli e Rachele Locchi per la sposa. Un evento indimenticabile per tutti coloro che sono intervenuti che segna simbolicamente la ripartenza in sicurezza anche del settore del “wedding” da tempo fermo al palo a causa del Covid con tutte le conseguenze connesse sul piano occupazionale e produttivo. Gli sposi anche per questo sono stati ben lieti di fare da “apripista” tra l’altro nel suggestivo palazzo della cultura, dell’arte e della storia della città: da raccontare un giorno con orgoglio a figli e nipoti.

foto di Elisa Imperi

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