“Dieci anni. Sono trascorsi esattamente 10 anni dal referendum che con una larghissima partecipazione ha sancito che l’acqua deve uscire dal mercato e che la stessa non possa essere fonte di profitto. Dopo questo lungo lasso di tempo oggi non possiamo far altro che constatare che quel referendum è stato tradito: tutte le maggioranze che si sono susseguite in questo periodo, a prescindere dal colore politico predominante, hanno infatti calpestato un inequivocabile verdetto popolare.
In questi anni, soprattutto a livello nazionale, abbiamo assistito a un indolente e omertoso lassismo: il tema della ripubblicizzazione, di fatto, sembra tornare timidamente di attualità soltanto in prossimità delle scadenze elettorali con l’unico obiettivo di raccogliere consensi maggiori, dopodiché, in maniera carsica, lo stesso scompare dalle agende politiche di chi governa.
In Toscana, pur rimanendo grosse criticità sul piano normativo (Legge Regionale 69 del 2011), alcuni importanti passi negli ultimi anni sono stati compiuti e, grazie a questi, è stato possibile dare concretezza al futuro percorso di ripubblicizzazione. Purtroppo a livello nazionale nulla si è mosso e ciò non può che svilire la nostra democrazia.
Nonostante la rassegnazione, dato che la speranza è come si suol dire sempre l’ultima a morire, dopo anni di inerzia l’auspicio è che anche grazie ai rinnovati e instancabili solleciti dei cittadini, delle associazioni e degli amministratori si possa riportare l’attenzione su questo tema per sollecitare le istituzioni preposte a completare l’iter legislativo per la ripubblicizzazione del servizio idrico”.