Nella prospettiva della mostra ‘Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo’, organizzata dal Comune di Città di Castello, e curata da Laura Teza e Marica Mercalli, nell’ambito delle Celebrazioni per il V Centenario della morte dell’artista, è stato promosso l’importante intervento di restauro del Gonfalone della Santissima Trinità di Raffaello, attualmente in corso con la supervisione dell’Istituto centrale del Restauro, che la prossima settimana effettuerà un ultimo sopralluogo prima della chiusura del cantiere, ormai alle fasi finali.
“L’opera, eseguita da Raffaello negli anni 1499-1500 e costituita da due facce che furono poi separate, raffiguranti la SS. Trinità tra i Santi Rocco e Sebastiano e la Creazione di Eva, è l’unica opera mobile dell’Urbinate rimasta in Umbria e testimonia in modo esemplare la prima fase della sua attività pittorica” dichiarano le curatrici della Mostra Marica Mercalli e Laura Teza, sottolineando come . “Il restauro a cui l’opera è stata sottoposta si può definire una rivisitazione dei precedenti interventi realizzati dall’ICR del Ministero della Cultura negli anni 1952, 1983 e 2005. I risultati scientifici dell’ultimo intervento sono stati presentati in occasione della mostra ‘Gli esordi di Raffaello tra Urbino, Città di Castello e Perugia’ che si è svolta nel 2006 sempre a Città di Castello.
L’accordo che si è stabilito in questa ultima occasione tra la Soprintendenza dei Beni culturali e Artistici dell’Umbria, il Comune di Città di Castello e l’Istituto centrale del Restauro ha avuto come obiettivo quello di sottoporre l’opera ad un nuovo intervento ‘critico’ al fine di valutare la possibilità di una integrazione di alcune lacune che nei precedenti restauri erano rimaste con il supporto ‘a vista’. L’importanza di questa operazione, la colloca al centro di un dibattito avviato già da tempo in seno all’ICR sul trattamento delle lacune, uno dei temi più delicati affrontati nella Teoria del Restauro di Cesare Brandi, uno dei nodi problematici di molti interventi su manufatti pittorici, come anche su opere tridimensionali, che ha dato luogo nel tempo a scelte e soluzioni molto differenti.Un contributo fondamentale della mostra di Città di Castello di prossima apertura sarà quindi quello di aver promosso e finanziato una nuova e diversa presentazione dell’opera”.
Le restauratrici Sabrina Maria Sottile e Maria Cristina Lanza, incaricate dal Comune di Città di Castello, hanno lavorato sotto la diretta guida dell’ICR, laboratorio tele nelle persone di Carla Zaccheo, Alessandra Ferlito e Giorgia Pinto con la direzione tecnico scientifica dei lavori di Tullia Carratù dell’ICR e sotto l’alta sorveglianza dei tecnici della Soprintendenza, la restauratrice Paola Passalacqua e gli storici dell’Arte dott.sa Maria Brucato e dott. Giovanni Luca Delogu in un vero ‘collettivo’, ricco di analisi e riflessioni che ha permesso di ponderare attentamente ogni decisione.
“L’intervento è stato anche guidato da una simulazione virtuale dei diversi gradi di integrazione, realizzata dal laboratorio tele dell’ICR – spiegano le due restauratrici – che ha permesso di visualizzare, prima che l’intervento fosse compiuto, i diversi livelli di integrazione e i necessari equilibri da raggiungere tra lacune ‘colmate’ e lacune ‘lasciate a vista”.
“Durante l’intervento sono state organizzate alcune visite dalla Società Poliedro, concessionaria dei servizi di gestione della Pinacoteca di Palazzo Vitelli” conclude Vincenzo Tofanelli, assessore alla Cultura del Comune di Città di Castello, “per condividere questo importante lavoro, sia dal scientificamente che per la valorizzazione del nostro patrimonio, abbiamo permesso dei sopralluoghi al cantiere del resuaro. Un momento interessante ma soprattutto emozionante per il pubblico che ha potuto assistere in ‘diretta’ alle operazioni di restauro con la paziente spiegazione delle restauratrici. Ancora una volta una corretta operazione di valorizzazione, costituita dalla organizzazione di una mostra, che si basa e si intreccia con un corretto intervento di tutela di un’opera così importante per il nostro Patrimonio culturale. Attualmente i nostri sforzi sono diretti alla Mostra, che rappresenta una occasione da cogliere e un momento artistico di altissimo profilo”.