Ristrutturare casa a costo zero, la promessa del cosiddetto ‘bonus 110’ ha interessato tanti aretini, ma i problemi sono sorti quasi subito: materiali irreperibili e un rialzo dei prezzi a livelli record, alcuni sono più che raddoppiati nel giro di poche settimane, hanno reso le operazioni più complicate del previsto. Ecco allora la levata di scudi da parte degli artigiani di CNA e Confartigianato che chiedono a gran voce a Governo e istituzioni di porre fine a quello che sembra sempre di più un gioco al massacro, complici alcuni meccanismi speculativi.
Così, ad esempio, Francesco Riillo, presidente CNA costruzioni: “Non si trovano ponteggi, non si trova il polistirolo, per avere degli infissi sono dovuto andare fuori regione, per non parlare della manodopera. Ci avevano detto che a livello mondiale c’era penuria di materie prime, per via della pandemia, poi che la Cina – detentrice di molte di queste materie – stesse attuando una sorta di speculazione. Ora veniamo a sapere che alcuni general contractor, molto grandi, hanno fatto incetta di materiali, mettendo in difficoltà le aziende più piccole, come le nostre”.
Giordano Cerofolini, presidente di Confartigianato edilizia, spiega: “Siamo in imbarazzo con i nostri clienti, perché non sappiamo che prezzi praticare, dal momento che ci viene chiesto di ordinare oggi, per avere la consegna a dicembre-gennaio con i prezzi che possono variare sensibilmente al momento della consegna. È una situazione complicata, venendo da anni di stasi, i magazzini sono vuoti e cominciano ad arrivare materiali dall’estero, a scapito della nostra economia”.
La soluzione, dunque, potrebbe essere quella di calmierare i prezzi, spiegano ancora Riillo e Cerofolini: “Le previsioni dicono che la corsa al rialzo dovrebbe normalizzarsi verso fine anno, ma crediamo bisogni intervenire prima, altrimenti il bonus, da occasione di ripresa, rischia di diventare un boomerang per l’edilizia”.
Tutto il comparto sta soffrendo, il problema riguarda molto da vicino anche l’impiantistica, come sottolinea Damiano Iacovone, presidente CNA impianti: “In questo quadro per noi risulta difficile sia programmare il lavoro, sia preparare dei preventivi adeguati. Il problema, ovviamente, è generalizzato, non riguarda soltanto Arezzo, per questo la soluzione dovrebbe essere individuata a livello centrale, l’aumento dei prezzi andrebbe normato e servirebbe un piano di controllo per tutta la filiera, altrimenti da questa situazione si esce male”.
Simone Bolgi, presidente Confartigianato impiantisti, aggiunge: “Oltre alla difficoltà di reperire materiali, consideriamo gli aumenti: noi impiantisti eravamo abituati ad aumenti di listino nell’ordine del 3%, circa, su base annua. Negli ultimi due mesi la maggior parte delle case produttrici, non tutte per fortuna, hanno comunicato aumenti del 5% e poi di un altro 5%. Praticamente, i capitolati fatti a fine 2020 o inizio 2021 andrebbero tutti rivisti, perché non si rientra con i costi. Si è parlato di interventi governativi per gli appalti pubblici, che si trovano nella stessa situazione, ma servirebbe lo stesso anche per i privati. I nodi stanno per arrivare al pettine”.