Da sabato 16 a domenica 24 ottobre, presso la Sala delle Esposizioni in piazza Garibaldi a Sansepolcro, sarà possibile visitare la mostra fotografica “SENSI arte-fatti versuscose che aspettano di essere fotografate” di Andrea Vezzini,
Orario di apertura: dal martedì alla domenica dalle ore 17,30 alle ore 19,30.
Ingresso libero (visite in sicurezza)
Per informazioni: 339-1163387
La fotografia è un’arte scenica, perché il fotografo “mette in scena“ sempre le proprie immagini, anche solo inquadrandole, cosa di cui non può certo fare a meno.
Non può quindi testimoniare il mondo?
SÌ, perché una fotografia non può comunque essere altro che la fotografia “di qualcosa”, anche quando vuol rappresentare le sue diramazioni fantastiche; quando vuol costruire un doppio della realtà, quello della persona che sta dietro la fotocamera. Il “lato oscuro” del fotografo.
NO, perché d’altra parte è sempre ambigua, non ha un codice certo. Ha in sé un coefficiente d’indeterminazione che non le permette di svelare fino in fondo i suoi segreti.
È, in fin dei conti, un’arte muta.
Perciò, nell’odierno dilagare d’immagini – come forse solo una metastasi – come fidarsi!
Meglio allora porsi domande e avanzare ipotesi sì, ma senza aspettarsi risposte definitive.
E poi si sa, alla fine tutto ciò che ricade nel suo campo acquisisce come un’aura, e il suo potere di creare l’illusione della realtà – il “pregiudizio realista” di cui gode – c’imbroglia sempre.
Figurarsi in un mondo come il nostro, epoca del simulacro, dove ogni cosa e ogni momento intorno a noi non sono già che sconnesse silhouette
in attesa di diventare accadimenti.
Un teatrino di automatismi sociali, privi di un contesto che li possa ricomporre in un senso compiuto.
E allora, a momenti incorniciati in foto, a una realtà trasformata in traccia,alla confusione di un periodo in cui niente sembra certo e in cui spesso i fatti non si distinguono dalle intenzioni, forse può essere utile aggiungere qualche parola, anche se con il rischio di sommare dubbi a dubbi.