Nel prossimo Consiglio di lunedì 7 febbraio è presente all’ordine del giorno il rinnovo delle nomine in Fondazione Palazzo Albizzini, per designare tre dei dodici componenti del Consiglio di Amministrazione, essendo scaduto da vari mesi il mandatoquadriennale iniziato nel 2017.
Il compito del Consiglio comunale è dunque importante, come importante è il ruolo che la Fondazione riveste per la città, per la custodia delle opere e valorizzazione del patrimonio del Maestro, tutelandone il nome e l’immagine, al fine di accrescere il livello culturale della città e la conoscenza di Burri nel mondo. In tuttoquesto i componenti di designazione consiliare hanno un ulteriore compito proprio in virtù della nomina pubblica.
Ci si aspetterebbe che i tre rappresentanti della città volessero riportare, in scadenza di mandato, qualcosa circa il proprio operato, anche per dovere di trasparenza e rispetto. E al contempo che fosse interesse dellastessa Amministrazione ascoltare tali personalità riferire sulle linee operative, sulle attività realizzate per i fini statutari e il bene della città. Eppure tutto tace.
Ci si appresta a cambiare gli attori ma, almeno apparentemente, a disinteressarsi della commedia mantenendo un inspiegabile riserbo su attività che dovrebbero generare invece fermentoculturale e movimento artistico, nonchè turistico, a beneficio del contesto cittadino. E non solo.
Chi ricorda ancora, dopo quasi quattro anni di silenzio, l’accordo di programma tra Fondazione e Comune firmato in pompa magna nel giugno 2018 per la realizzazione di Piazza Burri? Accordo per il quale venne indetto un Consiglio comunale monotematico, alla presenza di tutti i principali attori, a parte le non meglio precisate“personalità emiratine” citate negli accordi come finanziatori. Un accordo da noi contestato nel merito e nel metodo, ma che fuconsiderato un pilastro delle linee di programma dall’allorasindaco Bacchetta, e rimasto lettera morta fino ad ora.
Sarebbe davvero auspicabile, se non doveroso, riferire sui motividell’inefficacia di quel progetto così come sull’espletamento di un mandato di nomina pubblica, e non privata, che ha o dovrebbe avere insito il dovere della trasparenza, per il bene della città che si rappresenta.