Molti eventi, i più diversi, mostre e parole, tante, sono state spese per doverosamente ricordare e celebrare Raffaello. Anche la nostra città ha prodotto un grande sforzo per non sfigurare, e c’è riuscita, con una bella mostra che ha registrato un numero di visitatori di tutto rispetto. I riflettori sono già stati spenti e il divin Maestro può tornare ad eclissarsi. Ne riparleranno i bimbi che oggi sono all’asilo o alle elementari, tra 60 anni! In mezzo, il silenzio. Com’è sempre stato. O forse no.
Tra le tante e belle iniziative che la nostra Città di Castello ha messo in campo, c’è stato anche il documentario “Il nostro Raffaello”, realizzato dalla Corale Marietta Alboni. Il caloroso successo che lo ha circondato è stato incoraggiante, soprattutto per la sua intenzione di restituire una persona viva, demitizzata, un adolescente che è parte di tutti noi: sì, tutti noi siamo un po’ Raffaello, o meglio, è lui che vive in noi. E’ stato allevato dallo stesso cielo, cresciuto dagli stessi colori, formato dalla nostra stessa civiltà. “Il nostro Raffaello” può resistere all’oblio, alle ritualità e può ricordare con orgoglio che siamo eredi e custodi di un patrimonio immenso.
Le giovani generazioni potranno, si spera anche attraverso di esso, sentirsi parte di una storia che le precede, educate a loro volta a sentirsi custodi gelose e soprattutto, incoraggiate ad esserne degne. Questo documentario può, durante questi prossimi 60 anni, aiutare a creare questa consapevolezza di appartenenza e di meraviglia e contribuire quindi fortemente alla costruzione di un tessuto sociale più coeso, buono e solidale. La Corale Alboni ne offre la visione a tutte le associazioni e alle persone che ne faranno richiesta, gratuitamente, come è suo costume: da 40 anni si sforza di regalare occasioni di bellezza. Anche in questa circostanza ne è stata all’altezza.
Articolo di Marco Fiorucci