Autotrasportatori: il 2022 inizia male. Dal caro gasolio agli aumenti delle materie prime, a parlare Peruzzi presidente CNA Fita

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Il costo dell’energia continua ad aumentare con evidenti ripercussioni anche sul costo del carburante. Sul comparto del trasporto e della logistica, la stangata ha un effetto immediato e devastante.
Nel 2021 il prezzo del gasolio è salito di quasi il 22% e nelle prime settimane del 2022 ha ulteriormente accelerato la corsa al rialzo.
“E’ necessario ridurre da subito le imposte sui carburanti, il prezzo medio nella seconda metà di gennaio ha raggiunto 1,60 euro/litro, con una crescita di 28 centesimi sulla media del 2020” – questo il grido di allarme di Antonio Peruzzi – Presidente CNA FITA Arezzo. Ai prezzi attuali del gasolio i costi di gestione di un camion aumentano di circa 9.300 euro l’anno e per i veicoli a metano siamo intorno ai 18mila, ma questo incremento difficilmente si riesce a ribaltare sui committenti, con il risultato che tutta la remunerazione dell’impresa viene di fatto annullata.


La politica deve necessariamente intervenire per mitigare questa emergenza. Nei bilanci delle imprese di autotrasporto i rincari dell’energia e dei carburanti incidono per circa il 37%. Sono costi insostenibili per le imprese, soprattutto per quelle imprese che hanno fatto investimenti nel Green acquistando veicoli a metano: ora stanno pagando aumenti del 80-90% in più. Se persistono queste condizioni molte imprese del comparto rischiano di chiudere dopo le non poche che in questi anni di pandemia hanno cessato l’attività.


“Purtroppo – prosegue Peruzzi – non ci sono solo gli aumenti dell’energia, ma anche degli additivi e degli pneumatici che hanno avuto un incremento del 30%”. Anzi è arrivata un’altra beffa sui costi di aggiornamento della carta di circolazione per quelle imprese che hanno aderito alla moratoria dei leasing terminata il 31 dicembre 2021.
Le imprese si trovano obbligate ad aggiornare le carta di circolazione con un costo medio di circa 200 euro a mezzo, e riguarda tutto il settore trasporto dai veicoli commerciali leggeri, agli autocarri pesanti e trattori stradali, ma anche autobus, rimorchi e semirimorchi.
E’ stato lanciato l’allarme da novembre al Governo ma ad oggi ancora non abbiamo ricevuto nessuna risposta.

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