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Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri: il consiglio comunale nomina Bruno Corà, Chiara Burzigotti e Roberta Giorni nel consiglio di amministrazione

Il consiglio comunale ha nominato a scrutinio segreto nel consiglio di amministrazione della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri i candidati della maggioranza (Pd, Psi, Lista Civica Luca Secondi Sindaco) Bruno Corà e Chiara Burzigotti e la candidata proposta dalla Lista Civica Marinelli Sindaco Roberta Giorni. Hanno riportato voti anche Federico Rossi, indicato da Castello Civica, e Marco Grosso, indicato dalla Lega. A nome della maggioranza è stato il sindaco Luca Secondi a proporre i nomi di Chiara Burzigotti, “attuale presidente del Centro Fotografico Tifernate, figura che ha maturato un’esperienza importante in ambito culturale nel nostro territorio”, e di Bruno Corà, “ attuale presidente della Fondazione Albizzini di cui tutti conoscono capacità professionale e rilevanza nel mondo dell’arte contemporanea”, segnalando i due obiettivi del mandato che saranno chiamati ad assolvere: “dare concretezza al progetto di piazza Burri e favorire una maggiore empatia della Fondazione all’interno della nostra comunità, perché ci sia consapevolezza del patrimonio rappresentato dalle collezioni Burri e del volano economico che l’arte del maestro e la piazza, come attrattore culturale per i turisti, possono rappresentare per Città di Castello”.

Il primo cittadino ha ribadito che “la realizzazione di piazza Burri è uno degli obiettivi programmatici fondamentali della nuova amministrazione comunale”, indicando nella “inaugurazione del 12 marzo prossimo di una nuova area espositiva all’interno degli ex Seccatoi del Tabacco un momento importante per dare impulso alla sinergia con la città”. Ricordando che “nel 2018 il consiglio comunale approvò un’integrazione dell’accordo di programma che vincolava la Fondazione a un iter per la realizzazione della piazza”, Secondi ha parlato di una convergenza tecnica sul piano di lavoro da portare avanti che ha subito una battuta d’arresto con la pandemia. “Il progetto prevedeva non solo la realizzazione della piazza, ma anche la gestione del terzo museo Burri, che doveva essere sostenuta da sponsor internazionali, con i quali l’interlocuzione si è bloccata a causa dell’emergenza da Covid-19”, ha spiegato il sindaco, che ha rimarcato “la necessità di agire per concretizzare un intervento che ha una rilevanza culturale, ma anche urbanistica ed economica fondamentale per la nostra città”. Nel dare atto all’ex sindaco Luciano Bacchetta di aver riportato in consiglio comunale la scelta dei rappresentanti del Comune in seno alla Fondazione che in precedenza era espressione dei primi cittadini, Secondi ha quindi evidenziato che l’iniziativa rispondesse alla “volontà di consentire all’opposizione di esprimere una propria rappresentanza”, invitando i gruppi di minoranza a “offrire una indicazione unitaria”. Per Castello Cambia la capogruppo Emanuela Arcaleni ha chiarito: “non farò nomi, non tocca a me, ma ad altri dell’opposizione farne”.

“Non andrei in continuità con l’attuale rappresentanza del Comune, perché il rapporto tra la Fondazione e la città non è percepibile in questo momento e dovrebbe invece essere un impegno preciso di chi è espressione di una nomina pubblica”. “Da chi rappresenta il Comune nella Fondazione mi aspetto trasparenza di azione e la capacità di relazionare su ciò che ha fatto per il bene della comunità, ma la modalità con cui questo è avvenuto finora mi lascia perplessa”, ha sottolineato Arcaleni, che ha aggiunto: “non mi interessano nomi e appartenenze, ma competenze chiare e limpide, capaci di fare la differenza all’interno del consiglio di amministrazione della Fondazione Albizzini e di essere rappresentative della comunità che ha dato loro fiducia”. Il presidente del consiglio comunale Luciano Bacchetta ha quindi invitato a formulare candidature, rimarcando che il voto sarebbe stato segreto “in quanto si tratta di persone”. “Per molti anni ci sono state nomine sindacali, ma non era giusto perché il mandato di Burri era che a scegliere fosse il consiglio comunale – ha puntualizzato Bacchetta – per cui abbiamo introdotto il voto in assemblea, con due preferenze, in modo tale che nel rispetto della volontà del maestro uno dei rappresentanti fosse di minoranza”. D’accordo il capogruppo di Castello Civica Andrea Lignani Marchesani, che ha ricordato come “nello statuto della Fondazione il maestro Alberto Burri quando si riferiva al consiglio comunale pensava all’interezza delle posizioni politiche e quindi anche all’opposizione”.

“La proposta che facciamo – ha spiegato Lignani Marchesani – parla di uno dei più importanti frutti accademici della comunità tifernate, citato recentemente come uno dei migliori ricercatori scientifici nel mondo: il professor Federico Rossi, autore di progetti di ricerca innovativi e importanti insieme al professor Cotana, una persona che ha sensibilità politica ed è legato alle tradizioni della nostra comunità, una proposta di primo livello come quella del presidente uscente della Fondazione, che meriterebbe di non avere intromissioni da parte della maggioranza, ma anzi un sostegno trasversale”. Ad avanzare un’altra proposta è stato il capogruppo della Lista Civica Marinelli Sindaco Roberto Marinelli, che ha candidato Roberta Giorni. “Una ragazza giovane, competente, determinata, laureata in Giurisprudenza, che ha fatto parte della mia lista in campagna elettorale e credo possa ricoprire validamente questo ruolo”, ha detto Marinelli, paragonando l’indicazione a quella della maggioranza consiliare con Chiara Burzigotti. “L’auspicio – ha evidenziato – è che ci sia la volontà di andare oltre nomi altisonanti, che non sempre portano quello che ci si aspetta in termini di attività, mentre è giusto dare spazio a nuove figure giovani con le competenze e la determinazione che ci vogliono”. “Siamo più o meno tutti in disaccordo”, ha riconosciuto il capogruppo della Lega Valerio Mancini, che ha proposto Marco Grosso, “candidato del partito alle elezioni, docente laureato in letteratura e teologia, noto nel mondo dell’associazionismo”.

“Una scelta puramente politica – ha spiegato Mancini – in direzione del cambiamento e della novità, che risponde all’obiettivo indicato dal sindaco di riconnettere la Fondazione Albizzini al tessuto popolare di questa città”. A rafforzare le indicazioni del primo cittadino è stato il capogruppo del Pd Gionata Gatticchi, per il quale “il mandato da dare è quello di legare il nostro territorio a uno dei suoi massimi ambasciatori nel mondo come Burri”. “Ho sempre notato una carenza di empatia nei confronti dei tesori e delle risorse culturali enormi che abbiamo, per cui a chi ci rappresenterà dovremo dare il compito di caratterizzare Città di Castello come la città di Burri nel mondo e far capire quanto questo patrimonio possa essere una incredibile risorsa per il nostro territorio”. Dopo la proclamazione dell’esito della votazione il consigliere Lignani Marchesani (Castello Civica) ha definito quanto avvenuto “una pagina nera di questo consiglio comunale”, deplorando il fatto che la maggioranza “si sia intromessa votando una persona proposta dall’opposizione”. “Vedremo all’opera queste persone, per la prima volta dovrò fare il tifo per la Fondazione, perché il Comune non merita di avere alcuna voce in capitolo”, ha aggiunto.

A replicare in prima battuta è stato il presidente dell’assise Bacchetta, che ha sostenuto: “il voto segreto era obbligatorio e non è stato studiato per fare imboscate”. E’ intervenuto poi il consigliere Marinelli (Lista Civica Marinelli Sindaco), che ha puntualizzato: “la candidata che abbiamo proposto è espressione di una coalizione di Centrodestra, come ha dimostrato la campagna elettorale, e il fatto che abbia trovato gradimento è stato frutto di una valutazione del consiglio comunale, non di sotterfugi”. Il sindaco Secondi ha quindi chiarito: “la maggioranza ha proposto due nomi in maniera secca e chiara, l’opposizione invece una pluralità di candidature e, quando non c’è un nome unitario, con il voto segreto certe situazioni si possono verificare”.

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