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Duro attacco di Castello Cambia per la gestione del mondo della cultura “sul sostegno alle associazioni, basta bandi per contributi a babbo morto”

“È in scadenza (15 febbraio) il bando che il comune di Città di Castello ha fatto uscire “a sostegno” delle associazioni culturali.
La scelta, certo non in un’ottica di crescita e visione, è stata di sostenere iniziative culturali già effettuate.
Ora, creare un bando a posteriori, indicando i requisiti che un evento o manifestazione avrebbe dovuto avere, è intanto un insulto all’intelligenza dei cittadini, nonché al principio di trasparenza e correttezza amministrativa. Nel settore culturale una simile impostazione risulta ancora più triste dal momento che un sostegno a cose fatte annulla completamente la forza propulsiva che un bando del genere dovrebbe avere. Non solo il budget stanziato rasenta il ridicolo, in più riguarda eventi passati con certe specifiche caratteristiche.


Quella che ci è sembrata più assurda è la collateralità alla mostra di Raffaello, quando per gli eventi collaterali alla mostra c’era un comitato scientifico apposito che approvava ed, eventualmente, finanziava i progetti.
E allora la domanda sorge spontanea: perché un’associazione avrebbe dovuto alzarsi la mattina e lavorare su un progetto collaterale alla mostra, senza collaborare con gli organizzatori della mostra stessa? E farlo inoltre senza sbigliettamento (altro requisito del bando), quindi a rimessa certa, salvo sponsorizzazioni private?
Pur rientrando in quella tana libera tutti della “discrezionalità della Pubblica Amministrazione”, è riconosciuto da varie autorevoli parti l’opacità e non correttezza dei bandi a posteriori.


Le parole del Consiglio di Stato: “costituisce comunque buona prassi fissare ex ante, ossia prima che le attività si siano svolte, una soglia minima di “sufficienza”, quanto alla rispondenza dei singoli progetti da finanziare agli standard qualitativi prescelti, così da garantire l’ottimale realizzazione degli interessi pubblici sottesi al relativo finanziamento, quali la definizione dell’identità nazionale, la CRESCITA CIVILE, CULTURALE ED ECONOMICA del Paese, anche nel settore industriale e del turismo, con le conseguenti ricadute in termini di INCREMENTO DELL’OCCUPAZIONE E DI SVILUPPO DELLE PROFESSIONI DEL SETTORE”.
Queste ultime sono finalità riconosciute anche in ambito europeo dove infatti i bandi che elargiscono sovvenzioni sono solo ed esclusivamente per progetti futuri e con regole stabilite ex ante, vigendo uno stringente principio di irretroattività (REGOLAMENTO 2018/1046 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 18 luglio 2018).
Si dirà che non è la prima volta che è stato fatto così (bandi “a babbo morto” son stati proposti anche dalla passata Amministrazione). Ecco, chiediamo all’assessore Botteghi, per tutte le ragioni spiegate, che possa essere almeno l’ultima.”

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