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“Costo del canone di depurazione non dovuto se non si beneficia del servizio”: interrogazione del consigliere Fabio Bellucci (Lista Civica luca Secondi Sindaco) per chiedere come la giunta intenda rendere consapevoli i cittadini

Con una interrogazione il consigliere comunale Fabio Bellucci (Lista Civica Luca Secondi Sindaco) chiede al sindaco Luca Secondi e alla giunta di “sapere quali iniziative intendano assumere per rendere i cittadini consapevoli che non è dovuto il pagamento nella bolletta del servizio idrico del canone di depurazione, qualora non beneficino del servizio”. L’esponente della maggioranza intende comprendere anche se l’esecutivo “ritenga di favorire il recupero da parte degli utenti delle somme indebitamente versate al gestore Umbra Acque, con particolare riferimento alle persone anziane che incontrano maggiori difficoltà nelle procedure telematiche necessarie alla richiesta del rimborso e nella relazione con gli uffici preposti” e se non consideri opportuno “invitare il gestore Umbra Acque a spedire agli utenti una comunicazione di facile comprensione sui requisiti per l’esonero dal pagamento del canone di depurazione e sulle modalità di rimborso di quanto indebitamente versato”.

Con riferimento all’indicazione delle somme che il cittadino utente è chiamato a pagare, il consigliere Bellucci evidenzia che “i costi per la fognatura e per la depurazione riportati in bolletta siano imputati a tutti gli utenti, a prescindere dall’effettiva erogazione dei servizi di fognatura e depurazione”, facendo presente che “alcune zone del territorio comunale di Città di Castello sono servite dalla rete fognaria, ma non beneficiano della depurazione delle acque reflue”.

A questo proposito, l’esponente della Lista Civica Luca Secondi Sindaco precisa che “non sono tenuti a sostenere i costi per lo scarico in fognatura e per la depurazione dei reflui i cittadini che risiedano in abitazioni che presentino una delle seguenti caratteristiche: siano dotate di una fossa Imhoff; dispongano dello scarico nella fognatura, ma senza depuratore attivo; non scarichino in fognatura, ma disperdano le acque reflue nel terreno, dietro apposita autorizzazione che può essere richiesta agli uffici preposti”. “Con la sentenza n. 335 del 2008 – chiarisce Bellucci – la Corte Costituzionale ha stabilito che non è legittimo il pagamento del canone di depurazione qualora l’utente non benefici del servizio e che devono essere rimborsate dai gestori le spese erroneamente sostenute dai cittadini per il pagamento in bolletta delle quote relative allo scarico dei reflui in fognatura e alla depurazione delle acque”.

“In considerazione della sentenza, la legge n. 13/2009 obbliga i gestori del servizio idrico alla restituzione del canone di depurazione indebitamente richiesto”, aggiunge il rappresentante della maggioranza consiliare, segnalando che “il cittadino può richiedere il rimborso delle somme versate per un periodo di dieci anni anteriore alla data di presentazione dell’istanza”. “Con apposito decreto il Ministero dell’Ambiente ha determinato criteri e parametri per la restituzione delle somme indebitamente incassate”, puntualizza il consigliere, nel sottolineare come “il gestore Umbra Acque consenta attraverso il proprio portale web e i propri uffici al pubblico di richiedere l’esonero dai canoni relativi alla fognatura e alla depurazione, nonché il rimborso di quanto precedentemente versato se non dovuto, mediante un apposito modulo”.

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