Il consiglio comunale ha impegnato il sindaco Luca Secondi e la giunta “a intraprendere, nel rispetto della normativa vigente, ogni percorso utile alla trasformazione dell’Associazione Festival delle Nazioni Onlus in fondazione anche attraverso l’esame nelle competenti commissioni, alla presenza dei rappresentanti degli enti pubblici finanziatori da convocare prima di eventuali modifiche statutarie rendendo il consiglio comunale partecipare del percorso, così da uniformarsi nella veste giuridica alle altre manifestazioni similari che si svolgono nella nostra Regione”. La mozione a firma dei capigruppo della maggioranza consiliare Gionata Gatticchi (Pd), Loriana Grasselli (Psi) e Rosanna Sabba (Lista Civica Luca Secondi Sindaco), emendata dai capigruppo del consiglio comunale a seguito della mediazione proposta dal sindaco in base alle posizioni emerse dal dibattito in aula, è stata approvata con i 18 voti favorevoli di Pd, Psi, Lista Civica Luca Secondi Sindaco, Civici X Città di Castello, Unione Civica Tiferno, Lega, Lista Civica Marinelli Sindaco, Castello Civica e le due astensioni di Massimo Minciotti (Pd) ed Emanuela Arcaleni (Castello Cambia). Nel sottolineare come la mozione rispecchiasse la posizione politica di tutta la coalizione che ha sostenuto la candidatura a sindaco di Luca Secondi, compresa La Sinistra per Castello, e fosse coerente con le linee di mandato del primo cittadino e della giunta, il capogruppo del Pd Gionata Gatticchi ha posto l’esigenza di “avviare il percorso che porti ad allineare la veste giuridica del Festival delle Nazioni agli altri eventi similari dell’Umbria, in modo tale da garantire un maggior coinvolgimento e anche una maggiore responsabilizzazione degli enti pubblici che finanziano questa manifestazione”. “A livello regionale le più importanti manifestazioni culturali, dal Festival dei Due Mondi a Umbria Jazz, sono costituite in fondazione, perché vivono prevalentemente di fondi pubblici”, ha spiegato il rappresentante della maggioranza, ricordando come dal bilancio 2021 del Festival delle Nazioni emerga che il contributo maggiore all’evento venga da Comune, Regione e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (312.200 euro in tutto), a fronte di 13.020 euro dei soci privati ed 20.010,00 di sponsorizzazioni. “L’auspicio – ha concluso Gatticchi – è che la mozione possa incontrare il favore di tutta l’assise comunale, in modo tale da dare alla manifestazione la forma giuridica che garantisca al pubblico maggior controllo e sviluppo dell’attività culturale dell’evento, della quale ci vogliamo prendere la responsabilità”.
Ringraziando “per il lavoro svolto finora il presidente Leonardo Salcerini, il direttore artistico Aldo Sisillo e tutti coloro che hanno contribuito a una manifestazione che caratterizza la nostra città”, il sindaco Luca Secondi ha dichiarato di “condividere in pieno la proposta di trasformazione giuridica dell’associazione in fondazione, il punto di caduta migliore alla luce della riforma del terzo settore”. “Tra maggio e giugno l’associazione Festival delle Nazioni dovrà adeguare il proprio statuto alla nuova normativa: l’invito che ho fatto al presidente Salcerini è di procedere in questo momento a un mero adeguamento formale, per poi percorrere nel modo più veloce possibile la strada della costituzione in fondazione, senza andare a intraprendere strade differenti come quella dell’impresa sociale, che ho sentito ventilare e che non ritengo sia l’approdo ottimale”. “Penso che un’espressione in questo senso del consiglio comunale a larga maggioranza sia un input importante per l’associazione Festival delle Nazioni”, ha concluso Secondi ricordando la costante vicinanza dell’amministrazione comunale alla manifestazione anche attraverso il supporto di Sogepu. “Quando si tocca un pezzo di storia cinquantennale della nostra città non si può liquidare il tutto con una mozione di parte”, ha chiarito il capogruppo di Castello Civica Andrea Lignani Marchesani, che ha sostenuto come “la riappropriazione da parte della comunità tifernate del Festival delle Nazioni, rispetto alle distonie create in passato dall’eccessivo protagonismo di alcuni soci privati, debba passare attraverso un approfondimento con più sedute di commissione che permetta di comprendere come arrivare alla soluzione della fondazione, con quali finanziamenti, con quali modelli organizzativi, sentendo anche l’attuale governance”. “Abbiamo bisogno di una città che si riappropri della manifestazione anche attraverso una imprenditoria illuminata che oggi non c’è o magari non ci può essere perché non trova un prodotto consono e corrispondente alle sue aspettative”, ha puntualizzato l’esponente della minoranza.
“Nel momento in cui sconfessiamo una governance, rischiamo di andare a sfiduciare un direttore artistico che merita molto rispetto, perché ogni anno con un budget risibile offre un prodotto buono”, ha concluso Lignani Marchesani invitando il consiglio comunale ad “avviare un percorso di confronto che consenta il contributo tecnico e politico di tutti”. La capogruppo di Castello Cambia Emanuela Arcaleni ha fatto presente che “il Festival delle Nazioni ha una tradizione nata volutamente dall’incontro tra parte pubblica e società civile che per essere rivista necessita di maggiori approfondimenti su obiettivi e ricadute di una trasformazione in fondazione che cancellerebbe la presenza dei privati, almeno nelle modalità con cui è avvenuta finora”. “Se c’è stato un problema di questa manifestazione è un certo scollamento tra cartellone degli eventi e città nel suo insieme”, ha osservato la rappresentante della minoranza, sostenendo la necessità di “aumentare l’osmosi con i privati, piuttosto che avere un atteggiamento di chiusura che riservi un ruolo solo alla parte pubblica in ragione de finanziamenti che assicura e che comunque andrebbero verificati per il futuro, visto che la Regione si è ritirata da molte fondazioni”. “A maggio c’è la necessità di adeguare l’associazione alla nuova normativa, trasformandola in impresa sociale: se non viene fatto si verrebbero a perdere determinati benefici fiscali anche per i tre anni precedenti”, ha messo in guardia Arcaleni, proponendo di “aprire una riflessione molto più approfondita in commissione sui risvolti, le conseguenze, la fattibilità della proposta della maggioranza”. Nel far presente di “non aver alcun problema a cambiare lo statuto per creare una fondazione in luogo dell’associazione, anche alla luce di ciò che è capitato in occasione dell’ultima elezione del consiglio direttivo”, la capogruppo dei Civici X Città di Castello Luciana Bassini ha chiesto “un percorso ragionato”. “Mi associo anche io nel chiedere di portare in commissione un argomento così importante, sul quale in parte sono d’accordo – ha detto Bassini – perché cambiamo una storia di 50 anni che la città ha vissuto e alla quale sono molto affezionata, perché frequento questa manifestazione costantemente”.
A evidenziare come “il dispositivo della mozione non precluda percorsi condivisi in commissione” è stato il capogruppo della Lega Valerio Mancini, che ha chiarito: “non nascondo di essere favorevole alla trasformazione in fondazione, ma le fondazioni devono avere un patrimonio, un consiglio di amministrazione, una finalità ben chiara, sui quali ci deve essere condivisione”. “Io posso solo esprimere parere favorevole, non è vincolante per me se ora o in commissione, perché mi rassicurano le intenzioni del sindaco”, ha concluso Mancini. Intervenendo come consigliere comunale, Luciano Bacchetta (Psi), ha chiarito: “dobbiamo evitare assolutamente che le risorse di Comune, Regione, Ministero e anche Sogepu vengano gestite senza che l’intervento del pubblico sia determinante”. “Non significa che il pubblico debba soffocare i legittimi desideri dei privati di partecipare alla vita culturale della città, ma non può accadere che alcuni privati, pur volenterosi, bravi e seri determinino le politiche culturali del Festival delle Nazioni, un paradosso che in passato qualche volta è avvenuto”, ha evidenziato l’ex sindaco, ricordando come uno dei suoi ultimi atti da primo cittadino sia stato di partecipare all’assemblea dei soci del Festival delle Nazioni. “Lì – ha raccontato – ho subito una contestazione incredibile da parte dei soci privati perché avevo cambiato, dopo moltissimi anni, i rappresentanti del Comune: persone che mettono 260 euro a testa hanno pensato interferire pesantemente sul pubblico che nominava i propri componenti nel consiglio di amministrazione”. “Se si va in commissione bisogna avere la garanzia che l’associazione Festival delle Nazioni non faccia passi in avanti finalizzati alla trasformazione in impresa sociale, perché saremmo in presenza di un atto piuttosto grave, di cui la parte pubblica dovrebbe trarre le conseguenze”, ha avvisato Bacchetta.
A proporre una mediazione tra le posizioni espresse nel dibattito è stato il sindaco Secondi, che ha condiviso “l’opportunità di approfondire la tematica in commissione, a patto – ha precisato – che ci sia un mandato politico a percorrere la strada della trasformazione in fondazione”. “Non c’è alcun atto di sfiducia, nei confronti del consiglio di amministrazione, che mi farò carico di invitare al confronto in commissione, perché emerga che proprio l’attuale organo di vertice dell’associazione sia stato il primo a promuovere la trasformazione in fondazione come idea su cui lavorare e non sembri autoreferenziale l’iniziativa del consiglio comunale”, ha aggiunto il primo cittadino, spiegando come la mozione nascesse dalla “preoccupazione della prospettiva della trasformazione in impresa sociale, una soluzione che escluderebbe la parte pubblica”. “La fondazione non esclude la presenza dei privati, che viene ad avere un peso calibrato su quanto decide di investire”, ha chiarito Secondi, aggiungendo: “il Festival delle Nazioni dovrà trovare sempre maggiore capacità di coinvolgimento della comunità, di quel mondo imprenditoriale che non ha mai forse visto nell’evento uno strumento di promozione”. Il consigliere Gatticchi ha accolto la proposta del sindaco, ribadendo che la mozione non rispondesse alla volontà di sconfessare la governance e la direzione artistica del Festival delle Nazioni, “che vanno ringraziate per il lavoro fatto” e fosse comunque aperta a un percorso di confronto istituzionale.