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I sonetti di Paolo Micheli presentati la Museo del Duomo

Si può davvero (sor)ridere sulla pandemia che ha letteralmente disastrato il mondo e la cui minaccia non è ancora conclusa?
Si può fare, o almeno si può”dare un verso“ alla pandemia se si possiede l’ironia sottile,l’arguzia colta, l’humour garbato di Paolo Micheli, Presidente della corte d’Appello Penale di Perugia, famoso per il suo straordinario equilibrio professionale,che rivelato l’elevato spessore del suo lato umano più sincero , e a volte pure recondito, in questa raccolta di sonetti in dialetto romanesco (“Pandemia- Djamoje un verso” è appunto il titolo) realizzato durante i lockdown con puntualità diaristica: originale strumento di resilienza per l’Autore, nobile pretesto di riflessione su valori morali ed etici di portata universale ,il libro è stato presentato dall’avv.Nada Lucaccioni, brillante organizzatrice dell’evento patrocinato dal Comune di Città di Castello svoltosi al Salone Gotico del Museo del Duomo messo disposizione dalla sensibilità della direttrice Catia Cecchetti.


Dopo i gl’indirizzi di saluto del sindaco tifernate Luca Secondi e dell’assessore alle pari opportunità Letizia Guerri che ne hanno elogiato l’energia creativa, è stata proprio Nada Lucaccioni a introdurre l’incontro evidenziando l’acume con il quale Micheli ha affrontato, con leggerezza di toni ma con profondità di contenuti, una serie di tematiche di stretta attualità nella forma sempre gradevole e talora intellettualmente ammiccante del sonetto: sullo specifico dell’emergenza sanitaria dal ruolo dello Stato spesso ai limiti costituzionali alla declinazione discutibile delle modalità comunicative; sui temi più generali dall’importanza della conoscenza del passato in un Paese senza memoria e a rischio cancel-culture alla dolente denuncia della piaga ormai endemica dei femminicidi; ma i versi del magistrato-scrittore ne disvelano pure la dimensione più personale sino e le pieghe dell’animo più intime, come gli affetti familiari, l’amore per la città eterna, le passioni (calcistiche e musicali in primis)coltivate sin dalla più giovane età:il tutto sempre espresso bilanciando sapientemente cultura alta e divulgazione pop.


La conversazione è stata animata dall’interlocuzione sapida di Giuseppe Fanfani,(già sindaco di Arezzo e consigliere CSM): ancora una volta nella veste di affabile narratore ha ricordato episodi di vita che lo hanno legato a Paolo Micheli sottolineandone la discendenza diretta dai nobili archetipi di Belli e Trilussa.

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